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Salute

Studio del ruolo degli zuccheri nella eziologia della sclerosi multipla

Un viaggio nel linguaggio nascosto delle proteine, tra zuccheri che cambiano forma agli antigeni e segnali che svelano nuove chiavi della Sclerosi Multipla

Modificazioni post-traduzionali e risposta autoimmune restano un punto cruciale nello studio della Sclerosi Multipla. Il progetto coordinato da Anna Maria Papini si concentra proprio su quel territorio di confine in cui biochimica, immunologia e clinica si incontrano senza ancora fornire risposte definitive.

Studio del ruolo degli zuccheri nella eziologia della sclerosi multipla – ricercaitaliana.it

L’obiettivo è chiarire come zuccheri e alterazioni chimiche delle proteine possano diventare segnali equivocati dal sistema immunitario fino a generare il danno alla mielina.

Il percorso parte da una base ormai consolidata: le MPT delle proteine possono cambiare forma, funzione e riconoscimento immunitario degli antigeni. Glicosilazione e glicazione, in particolare, possono mascherare o esporre epitopi, trasformando proteine innocue in bersagli anomali. È lo scenario tipico delle malattie autoimmuni, dove la forma modificata di una proteina può scatenare risposte patologiche.

Glicosilazione e nuovi antigeni

L’unità di Firenze guidata da R. Livi analizza la dinamica molecolare delle glicoproteine mieliniche per identificare quelle variazioni strutturali che potrebbero generare antigeni “inediti”, capaci di attivare autoanticorpi. A sostenere questa direzione ci sono gli studi su CSF114(Glc), il glicopeptide sviluppato dal gruppo di Papini in grado di legare autoanticorpi presenti in molti pazienti affetti da SM.

La sua particolare struttura a beta-hairpin espone un epitopo glucosilato riconosciuto in modo selettivo. Questo fa di CSF114(Glc) uno strumento utile sia per intercettare autoanticorpi sia per ipotizzare quali possano essere le vere proteine mieliniche colpite nella SM. Il modello di docking previsto dal progetto servirà a simulare queste interazioni e a identificare i bersagli più probabili.

Il ruolo della glicazione

Accanto alla glicosilazione viene studiata la glicazione non enzimatica, un processo meno controllato che altera proteine cruciali come CD59. Le ricerche di Harvard hanno mostrato come nei pazienti diabetici la glicazione inattivi CD59, riducendo la sua capacità di bloccare il complesso di attacco della membrana (MAC). Questo provoca maggiore vulnerabilità cellulare e infiammazione.

Nel contesto della SM, il MAC è già noto per la sua presenza nelle lesioni attive di demielinizzazione. A questo si aggiunge la riduzione di CD59 in cellule gliali e endoteliali dei pazienti, suggestiva di una perdita di protezione naturale. Da qui nasce l’ipotesi che una combinazione di glicosilazione anomala e glicazione possa rendere il sistema nervoso centrale particolarmente esposto al danno mediato dal complemento.

Proteomica e applicazioni cliniche

Il gruppo CNR di Padova, guidato da P. Traldi, studia le proteine N-glicosilate nel siero e nel liquido cerebrospinale confrontando pazienti SM in diversi stadi con soggetti sani. L’obiettivo è individuare marcatori affidabili per diagnosi e monitoraggio terapeutico, chiarendo in che modo la malattia modifichi la composizione delle glicoproteine mieliniche.

Parallelamente, l’uso di anticorpi specifici contro CD59 glicata apre alla possibilità di sviluppare test ELISA clinici, destinati a confluire in un pannello di biomarcatori capaci di distinguere forme diverse di malattia e prevederne il decorso. La forza del progetto sta proprio nell’integrazione tra modellizzazione teorica, verifica sperimentale e applicazione diagnostica concreta.

Comprendere come zuccheri, strutture proteiche e sistema immunitario interagiscono significa ricostruire un tassello decisivo della patogenesi della Sclerosi Multipla. Il progetto vuole arrivare a strumenti capaci di rivelare ciò che oggi resta nascosto, offrendo diagnosi più accurate e un monitoraggio più sensibile. È in questa combinazione di chimica fine e clinica neurologica che passa una parte importante del futuro della ricerca sulla SM.

Antonio Papa

Giornalista pubblicista dal 2010, "fratello maggiore" di tanti redattori del network, autore di trasmissioni televisive. In TvPlay sono, insieme a Claudio Mancini, il conduttore di FantaTvPlay, di "Chi Ha Fatto Palo" e di altri format creati da noi. Sono una persona che ha fatto della scrittura la sua ragione di vita, coronando un sogno che avevo fin da bambino. Il mio motto è “lavorare seriamente senza mai prendersi sul serio”. Cerco di trasmettere la mia passione e il mio entusiasmo alle persone che lavorano con me: quando ci riesco… ci divertiamo!

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