Verona, un ispettore e quattro agenti indagati per atti di violenza in Questura

Un ispettore e quattro agenti di polizia sono finiti ai domiciliari per presunti atti di violenza nei confronti di persone sottoposte alla loro custodia. 

Le indagini sono state eseguite dalla Squadra mobile di Verona, coordinata dalla Procura locale e ora i cinque sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti in casa. Secondo le accuse, avrebbero assunto comportamenti che in alcuni casi sarebbero sfociati in atti gravemente lesivi della dignità delle persone sottoposte ad accertamenti della polizia.

Di cosa sono accusati

Ai cinque indagati, oltre al reato di tortura, sono contestati a vario titolo anche quelli di lesioni, falso, omissioni di atti di ufficio, peculato e abuso di ufficio. I destinatari delle misure cautelari erano già stati trasferiti ad altri incarichi all’indomani della chiusura delle attività di indagine, quindi da alcuni mesi.

Rimosso anche altro personale

Il questore della provincia di Verona Roberto Masucci, negli sviluppi dei successivi accertamenti giudiziari, ha disposto la rimozione dagli incarichi di altro personale, che anche se non aveva preso parte agli episodi di violenza, si presume che possa non aver impedito, o comunque non aver denunciato i presunti abusi commessi dai colleghi.

Le indagini

L’inchiesta della Procura è partita grazie a un’intercettazione telefonica compiuta nell’ambito di un’altra indagine, in cui un agente si vantava di aver “messo al suo posto” una persona fermata, con due schiaffi.

I casi documentati sono sette in totale. In un altro episodio, uno straniero di sarebbe preso uno schiaffo per aver compiuto un atto osceno mentre si trovava nella stanza degli interrogatori.

In un altro episodio invece, gli agenti avrebbero usato contro un fermato lo spray al peperoncino sul viso.

La Questura: si tratta di 7 casi isolati

La Questura specifica che si tratta di sette casi isolati, che sono stati documentati con intercettazioni audio e video proprio negli uffici di polizia. Le stesse fonti aggiungono che la Polizia si è spesa per individuare al suo interno i responsabili dei fatti. L’indagine “non è nata da pressioni dell’opinione pubblica o da filmati postati in rete”, si spiega. “Un segnale positivo sulla presenza di un sistema che anche all’interno consente di intercettare (e non nascondere) episodi di derive illegali”. 

Oltre ai poliziotti presunti autori delle violenze, sarebbero stati trasferiti e sottoposti a indagine anche chi poteva sapere e non ha fatto nulla per impedire o denunciare gli abusi.