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Curiosità

Kata, scomparsa a Firenze, Penelope: “Certi commenti sui social dovrebbero essere perseguiti”

Si continua a cercare senza sosta la piccola Kata, scomparsa a Firenze lo scorso weekend.

I suoi genitori sono in apprensione ed hanno tentato entrambi il suicidio. Gli inquirenti ipotizzano che sia stata rapita nell’ambito di questioni legare al racket dell’affitto dei posti letto dell’ex hotel Astor occupato, dove la piccola vive con la mamma, lo zio e il fratellino. Oltre a loro ci sono molti altri cittadini stranieri.

L’ultima segnalazione da Bologna

Kata, scomparsa a Firenze, Penelope: “Certi commenti sui social dovrebbero essere perseguiti” (Foto di Penelope Odv/Facebook) – ricercaitaliana.it

Intanto è arrivata un’altra segnalazione da Bologna, dove sabato scorso una bimba somigliante a Kata sarebbe stata vista a bordo di un autobus insieme con una donna. Pare che però l’indicazione non abbia dato riscontro. Al momento nessuna telefonata o avvistamento ha avuto esiti positivi.

Ai nostri microfoni, Eleonora Zuccagnoli, presidente dell’Associazione Penelope Toscana, che si occupa della ricerca di persone scomparse.

Quella del racket, ritiene, “è una supposizione. Ed è venuta fuori perché potrebbe esserci una condizione similare nell’ambiente in cui Kata vive con la mamma e con lo zio. Nell’ex albergo occupato ci sono molti stranieri e la convivenza è difficile. La realtà di questa situazione era anche conosciuta”. 

“Estorsione? Non hanno niente”

Ma Zuccagnoli non crede all’ipotesi del rapimento a scopo estorsivo: “Io non credo che si tratti di un’estorsione: estorcere cosa? Queste persone non hanno niente. Vivono in un ambiente promiscuo. Bisognerebbe capire anche gli equilibri interni di questi contesti che per noi sono sconvolgenti. Le forze dell’ordine stanno valutando tutte le situazioni e non stanno lasciando niente di intentato, stanno procedendo ad esclusione. Ipotizzano tutto. Siamo partiti da un allontanamento volontario della bimba, fino a questa ipotesi. Anche in questo caso, credo che stiano procedendo per esclusione”. 

Ed aggiunge: “Anche la mamma di Kata ha detto che c’erano state delle liti. Vivono in camere d’albergo. Lei occupa una doppia matrimoniale con un letto in camera su cui dormivano due bambini e due adulti. È normale che venga fuori la questione del racket della stanza. In altre interviste ha dichiarato che c’era qualcuno che voleva la sua stanza. L’ambiente è talmente grande, che credo che i litigi fossero all’ordine del giorno”.

La mamma di Kata non regge la tensione

La madre di Kata ha tentato il suicidio. “È stata ascoltata dalla Procura come persona informata dei fatti, poi si è sentita male”, racconta Zuccagnoli. “Si era già sentita male domenica all’ora di pranzo, ha avuto un collasso. Lei Lei è una ragazza giovanissima, ha venticinque anni, ha già un bambino di nove anni e non regge la tensione, né il risalto mediatico che sta avendo la questione. Tutte le telefonate non stanno arrivando direttamente a lei, ma a un’amica che per fortuna ha filtrato certe situazioni. La comunità peruviana è molto unita”. 

Domenica pomeriggio è arrivata una telefonata. “Hanno detto “ho io la bambina”, poi hanno riattaccato”, racconta la presidente di Penelope Toscana. Secondo gli inquirenti si è trattato di un mitomane.

Le ricerche vanno avanti a tappeto. L’edificio è stato controllato a 360 gradi domenica mattina dai carabinieri, la scientifica, i vigili del fuoco, i cani molecolari che c’erano già stati la notte precedente. È stato fatto entrare un cane da tracce ematiche, però non c’è niente”. 

Gli investigatori hanno acquisito i filmati delle telecamere di videosorveglianza. “Stanno visionando tutte le telecamere delle strade attigue a via Maragliano, ma sono tante e ci sono tante ore di registrazione da valutare. Non ci sono elementi per cui gli investigatori possano seguire una pista precisa”.

Questa mattina la pm incaricata delle indagini ha effettuato un sopralluogo. 

Come detto, secondo l’ultima segnalazione arrivata da Bologna, la bimba sarebbe stata vista su un bus insieme con una donna. Anche questa però, non ha dato esiti positivi. “Non so dire se gli inquirenti la reputino affidabile o no perché ce ne sono state veramente tante. Ecco perché la mamma non regge questa situazione e questo stress mediatico che è venuto fuori”. 

La denuncia di Penelope: “Certi commenti sui social dovrebbero essere perseguiti”

Anche il papà di Kata, recluso in carcere per reati contro il patrimonio, ha tentato il suicidio in carcere dopo aver saputo della scomparsa della figlia di cinque anni. Sono cittadini stranieri che vivono tante situazioni di stress”, spiega Zuccagnoli, che denuncia anche i commenti violenti sui social: “Leggo i commenti che fanno anche sulle pagine social. Non me la sento assolutamente di dire che da parte della mamma di Kata ci siano stati comportamenti non idonei. Le persone non hanno cognizione di quello che sta accadendo. Certi commenti dovrebbero essere perseguiti”. 

Questa scomparsa, racconta la presidente di Penelope Toscana, “ha dei risvolti che vanno oltre”. 
Ho conosciuto la realtà in cui vive Kata con la sua famiglia domenica mattina, quando sono andata lì. Da cittadina posso dire che non mi sarei mai aspettata una cosa del genere. Mi hanno detto che ce ne sono molteplici, non solo a Firenze, ma anche in altre città italiane. Quando entri in certe situazioni, ne esci cambiato. Noi ci occupiamo sempre di persone scomparse, assistiamo, diamo empatia e vicinanza. Ma questa scomparsa ha risvolti che vanno oltre”, spiega Zuccagnoli, riferendosi al contesto sociale in cui Kata e altri bambini vivono: “C’è tutta una situazione sociale che ti coinvolge ancora di più. Ecco perché come Penelope Toscana siamo preoccupati per questa bambina. Ma lascia tanto amaro per altre situazioni. In quell’ambiente oltre a Kata ci sono tanti altri bambini e non è colpa loro se stanno lì”.

Giovanna Sorrentino

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