Il criminologo su Primavalle: “Non parliamo di omicidio casuale”

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By Paolo Colantoni

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Il criminologo Marco Strano, in esclusiva a Ricercaitaliana.it: “L’assassino ha ucciso deliberatamente. Esistono due varianti sulle quali bisogna indagare per capire il movente”

Michelle Maria Causo, la diciassettenne romana uccisa il 28 giugno nel quartiere di Primavalle, è stata uccisa da sei coltellate: al collo, all’addome e alla schiena. E’ quanto emerge dai primi risultati dall’autopsia svolta sul corpo della ragazza. L’esame autoptico è stato svolto presso l’istituto di medicina legale del Policlinico Gemelli. “Non si può certo parlare di un delitto casuale – dichiara in esclusiva a Ricercaitaliana.it Marco Strano, criminologo e poliziotto in pensione, attualmente consulente del CSU Fullerton Police Department – stiamo parlando di sei coltellate. Da parte dell’assassino, c’era la chiara volontà di uccidere”.

Il criminologo Marco Strano sull’omicidio di Michelle, uccisa a Roma da sei coltellate – Ricercaitaliana.it –

Il criminologo parla di un delitto anomalo. “Atteso che ha deliberatamente ucciso questa ragazza, l’anomalia sta nell’età dei ragazzi in questione e nei comportamenti che di solito mettono in atto. Con la tipologia di rapporti affettivi tipica di quella classe di età, un omicidio è una cosa veramente rara. Non parliamo di un omicidio per lo spaccio di droga o per il controllo del territorio nelle gag giovanili. Parliamo di un assassinio legato ad un litigio o a qualcosa di affettivo. Bisogna poi capire bene quale fosse il legame tra i due. Sicuramente c’era qualcosa, ma la vera natura del loro rapporto non è stata ancora chiarita”.

Strano: “Due varianti per l’omicidio”

Secondo Marco Strano ci sono due fattori che possono risultare fondamentali per capire la motivazione di questo omicidio. “Il primo che ritengo essenziale, è legato alla droga. Guardandolo con occhi interessati, sembra il classico omicidio da consumatore di crack. Chi assume droghe di quel tipo, può subire fenomeni di alterazione della psiche. Reagire in quel modo, con sei coltellate, potrebbe essere scaturito da un’alterata percezione della situazione. L’alternativa, che non conosciamo nella perfezione, è invece legata alla cultura cingalese“. Il ragazzo, nato e cresciuto in Italia, è originario dello Sri Lanka. “Non sappiamo se e come sia mai stato influenzato da una cultura diversa da quella italiana. Ma è chiaro che i diciassettenni italiani vivono le loro storie adolescenziali in modo diverso. Le relazioni affettive tra di loro sono molto volatili, molteplici. In quell’ambiente ci troviamo spesso di fronte a poliamori, storie brevi che di solito si intrecciano tra loro”.

Storie che difficilmente si chiudono con omicidi così efferati. “Tenderei ad escludere l’aspetto sentimentale. A meno che non ci siano state minacce o comportamenti che l’omicida possa ritenere pericolosi, di solito in quell’ambiente e in quell’età, non si uccide. A meno che non si provenga da una cultura diversa, nella quale magari un rifiuto o la fine di una relazione venga vista in modo diverso. Ma ripeto, stiamo parlando di semplici ipotesi. Che potranno essere corroborate o meno quando si conoscerà alla perfezione il movente. Che al momento resta oscuro”. Secondo Strano, l’ambiente degradato in cui si è verificato l’assassinio, non conta. “Il consumo di droga tra i giovani che vanno dai 14 ai 21 anni, ha totalmente appiattito i valori culturali, mettendo tutti sullo stesso piano. Un omicidio del genere, con quel tipo di modalità e trascinandosi dietro tutti quei dubbi di cui parlavamo, poteva tranquillamente essere realizzato sia in un quartiere di periferia, che in una zona ricca della città”.

Il criminologo Marco Strano e la giovane Michelle, uccisa a Roma da sei coltellate – Ricercaitaliana.it –

“Con il caldo aumentano i crimini violenti: è statistico”

Prima l’omicidio di Giulia Tramontano (uccisa dal compagno mentre era al settimo mese di gravidanza), poi quello di Casal Palocco (con il piccolo Manuel Proietti ucciso dalla macchina guidata da uno youtuber), senza dimenticare la scomparsa della piccola Kata, all’hotel Astor di Firenze, e l’assassinio di un uomo a Tivoli, per una lite sul volume troppo alto della radio. Episodi che si stanno verificando con l’inizio dell’estate. “L’aumento della temperatura in criminologia è sempre stata una variabile rilevante. Nelle fasi di caldo, alcuni omicidi legati a scatti d’ira o alle reazioni dell’organismo dopo l’assunzione di droghe, sono aumentati a dismisura. Soprattutto certi tipi di droghe, come il crack e l’estasi, portano un incremento della temperatura. Nel periodo invernale, l’ambiente, con il freddo, compensa quell’aumento di temperatura, d’estate l’effetto raffreddamento non si presenta. Nel periodo estivo quindi, con l’aumento della temperatura registriamo sempre un aumento statistico di alcuni crimini violenti”.

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