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Terza rata del Pnrr, Bruxelles dà l’ok: cosa è cambiato

La Commissione europea e il governo italiano hanno raggiunto un accordo sul pagamento della terza rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza. 

Arriva quindi il via libera dell’Europa al pagamento della terza rata, dal valore di 18,5 miliardi di euro. L’obiettivo dei posti letto è stato spostato alla quarta rata, quindi il pagamento passa da 19 a 18,5 miliardi e riguarda i posti letto per gli studenti universitari, che non viene considerato un pagamento parziale.

Terza rata del Pnrr, Bruxelles dà l’ok: cosa è cambiato

L’intesa raggiunta per la quarta rata passa da 16 a 16,6 miliardi di euro, mantenendo invariato il totale delle erogazioni previste per l’Italia nel 2023. A dare la notizia è Ansa.

La proposta della Commissione è stata accettata in fretta e furia oggi pomeriggio, giovedì 20 luglio, in una cabina di regia convocata dal ministro Raffaele Fitto che ha illustrato i dettagli della modifica. Il target quantitativo del 7.500 posti letto per studenti.

Unione universitari: “Vogliamo un incontro con Bernini”

Sugli studenti avevamo ragione ma il Ministero non ci ha voluto ascoltare”. Così, in una nota, l’Unione universitari sullo sblocco della terza rata del Pnrr, che non prevede i fondi per gli alloggi universitari: “Avevamo detto che non era corretto dare 210 milioni ai privati, spesso per posti letto che esistevano già mentre andavano rendicontati solo posti letto nuovi. La responsabilità di questo fallimento è tutta del Governo”. 

La nota conclude con una richiesta: “Vogliamo che la Ministra Bernini ci convochi con urgenza per ripensare insieme il piano di realizzazione degli studentati”. 

Il RepowerEu

Trova conferma l’intenzione del governo di usare il RepowerEu anche per “rafforzare dal punto di vista dell’efficientamento energetico il lavoro e l’impegno delle imprese e delle famiglie”. Il nuovo programma, nato in seguito alla crisi energetica, per il governo dovrebbe rappresentare un primo passo, per arrivare poi a “rendere strutturali” anche con gli aiuti Ue, il sostegno agli investimenti per la transizione ecologica.

S&P: “Spagna e Italia in ritardo su utilizzo fondi Pnrr”

Intanto torna lo spetto dei ritardi. Questa volta a denunciarli sono gli analisti di S&P, secondo cui “alla fine del 2022 la Spagna e l’Italia hanno utilizzato rispettivamente solo il 10% e il 20% delle risorse disponibili”. Ciò significa i due Paesi sono in ritardo rispetto alla scadenza iniziale del 2026.

Sembra sempre più probabile che questi Paesi, così come altri governi che stanno beneficiando di ingenti sovvenzioni da parte dell’Unione Europea chiedano più tempo per intraprendere progetti di investimento complessi che riguardano gli obiettivi climatici, la digitalizzazione e la coesione sociale”. 

Angelo Bianco

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