Tre corti, tre protagonisti e un intreccio di arte, strategie e ambizioni che mostra come il potere abbia sempre parlato anche attraverso le immagini
Il progetto dedicato a art and politics analizza come le celebrazioni pubbliche e private, tra XV e XVI secolo, abbiano costruito l’immagine dei principi italiani attraverso programmi decorativi e committenze artistiche.

L’unità di ricerca, coordinata dall’Università di Pisa, concentra il proprio lavoro su tre figure emblematiche: Alfonso I d’Este, Francesco Maria Della Rovere e il cardinale Tiberio Crispo. Il filo conduttore è l’intreccio tra autorappresentazione politica e linguaggi figurativi, analizzato attraverso documenti d’archivio, confronti iconografici e studi sulle tipologie celebrative.
Nel caso di Alfonso I d’Este, l’obiettivo è ricostruire il rapporto tra vicende politiche e grandiose imprese decorative, riconsiderando con nuove fonti l’immagine del duca come patrono colto e stratega. Le ricerche negli Archivi di Stato di Modena permetteranno di definire meglio la funzione politica delle sue committenze, spesso concepite per rappresentare un Ducato forte, armonioso e prospero, modellato sull’eredità del mondo classico.
Le celebrazioni ducali tra Pesaro, Urbino e Roma
Una seconda direttrice di indagine riguarda Francesco Maria Della Rovere e il complesso apparato celebrativo della Villa Imperiale di Pesaro. Partendo dagli studi di Antonio Pinelli, la ricerca intende chiarire le allusioni politiche contenute nei cicli pittorici, messi in relazione con la carriera del duca, la perdita e la riconquista di Urbino, e i modelli figurativi elaborati nei palazzi romani dell’epoca.
L’obiettivo è individuare una tipologia stabile di rappresentazione celebrativa, riconoscibile nelle Stanze Vaticane di Raffaello così come nell’apparato della stessa Villa Imperiale.
Un ulteriore approfondimento verte sui rapporti tra le decorazioni della villa e gli apparati effimeri realizzati per feste, ingressi solenni e celebrazioni pubbliche promosse da Francesco Maria e da Eleonora Gonzaga. Lo studio dei fondi della Biblioteca Oliveriana di Pesaro consentirà di precisare connessioni, significati e strategie comunicative.
Il terzo polo della ricerca riguarda il cardinale Tiberio Crispo, figura complessa nel contesto delle corti papali di Paolo III Farnese e Giulio III Del Monte. Le indagini negli archivi romani e umbri forniranno un quadro più definito della sua attività politica e delle sue committenze, culminate nella decorazione del Palazzo Rondanini. La realizzazione di una campagna fotografica completa delle sale del palazzo permetterà analisi stilistiche e confronti con cicli coevi, come la “Sala dei Cento Giorni” alla Cancelleria o le decorazioni del Palazzo Farnese.
Scambi, modelli e circolazione degli artisti
La ricerca si concentra anche sui forti legami tra Ferrara, Urbino e Roma, corti spesso alleate, talvolta rivali, ma sempre collegate da scambi culturali e circolazione di artisti.
Figure come Dosso Dossi o Raffaellino del Colle testimoniano questi movimenti continui tra i centri del potere rinascimentale. Nonostante conflitti e fratture politiche, gli scambi artistici non si interruppero mai, grazie alla forza attrattiva di Roma e al suo ruolo di centro di diffusione culturale.
L’unità di ricerca intende quindi mettere in relazione i tre casi di studio per ricostruire un sistema più ampio, fatto di committenze intrecciate, influenze reciproche e modelli figurativi condivisi. Ne emergono dinamiche che definiscono non solo il linguaggio celebrativo dell’epoca, ma anche la complessa diplomazia culturale tra le corti italiane del Rinascimento.
In questa prospettiva, l’arte non appare soltanto come un ornamento del potere, ma come uno strumento politico essenziale: un mezzo per consolidare alleanze, costruire identità dinastiche e plasmare l’immaginario pubblico di principati, città e famiglie che hanno segnato la storia culturale d’Italia.