Allerta Oms, attenzione all’insetto assassino: “Muore il 40% degli infettati”

Foto dell'autore

By Enrico

Salute

Nuovo allarme dopo che un uomo è stato stroncato da una delle malattie più letali in assoluto: la febbre emorragica Crimea-Congo (CCHF).

Una delle malattie più mortali del mondo ha ucciso un uomo in Namibia. È morto dopo aver contratto la febbre emorragica Crimea-Congo (CCHF), che può causare sanguinamento agli occhi dei pazienti. L’epidemia è iniziata nel Paese dell’Africa Sud-occidentale, dove i funzionari stanno cercando di fermare la diffusione del virus trasmesso dalle zecche. La malattia uccide fino al 40% delle persone infette, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

febbre emorragica Crimea-Congo virus insetto
Allerta Oms, attenzione all’insetto pericolosissimo – ricercaitaliana.it

Circa 27 dei contatti della vittima sono già stati rintracciati, con l’insetto in grado di passare da uomo a uomo tramite sangue o fluidi corporei. 24 di loro erano operatori sanitari nel paese che confina con il Sudafrica. Si è iniziato a sospettare che il paziente avesse contratto il virus quando è stato curato per la prima volta in una clinica nella città orientale di Gobabis, il 16 maggio scorso. In seguito è stato trasferito al Windhoek Central Hospital, dove è morto il 18 maggio, secondo quanto riferisce il ministero della Salute in una nota.

Tutto quello che non sappiamo sulla febbre CCHF

La febbre emorragica Crimea-Congo (CCHF) è una zoonosi molto diffusa causata da un virus (Nairovirus) della famiglia Bunyaviridae, trasmesso dal morso di zecche del genere Hyalomma. Il virus provoca gravi epidemie di febbre emorragica virale, con un tasso di mortalità che va dal 10 al 40 per cento.

febbre emorragica Crimea-Congo virus insetto
Insetto assassino, “Muore il 40% degli infettati” (Ricercaitaliana.it)

I sintomi della CCHF includono febbre, dolori muscolari, vertigini, sensibilità alla luce e vomito. L’infezione può portare a insufficienze degli organi e sanguinamenti interni. Il virus è stato identificato per la prima volta in Crimea nel 1944 ed è ora endemico in Africa, nei Balcani, nel Medio Oriente e in alcuni paesi asiatici. La Namibia ha registrato sei focolai di CCHF dal 2016, con un totale di tre morti. Un caso è stato confermato in Senegal ad aprile, ma i focolai in Africa sono stati generalmente limitati negli ultimi anni.

L’OMS ha indicato la CCHF come una delle nove “malattie prioritarie” che rappresentano la più grande minaccia per la salute pubblica. Tra gli altri sintomi abbiamo: dolore al collo e rigidità, mal di testa, occhi doloranti, nausea, diarrea, dolore addominale, gola infiammata. Il virus è ritenuto particolarmente pericoloso a causa dei trattamenti limitati e del potenziale di scatenare una pandemia.

Gestione cookie