Riforma pensioni: per superare la legge Fornero bisognerebbe approvare la Quota 41 per tutti e senza vincoli

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By Fabiana Donato

Curiosità

Riforma pensioni, la Legge Fornero è un duro ostacolo, l’approvazione della quota 41 cambierà davvero le cose? Analizziamo la situazione.

Il Governo di centrodestra potrebbe davvero superare la Legge Fornero con tutti i suoi ostacoli che si innalzano rispetto l’obiettivo della pensione? La Riforma pensioni è ricca di aspettative. La maturità lavorativa sembra sempre più una meta irraggiungibile, vista la situazione corrente. Inoltre, cose concerne davvero la Quota 41? I primi nodi vengono al pettine, soprattutto inizia a delinearsi la nuova visione con tutte le sue aspettative. Analizziamo le condizioni correnti insieme alle prospettive in arrivo.

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L’obiettivo che muove il centrodestra è quello di portare a compimento tutto entro la fine della legislatura, il quale segnerebbe “l’unico gol” vincente per il concreto superamento della Legge Fornero, la quale avrebbe soltanto complicato gli aspetti pensionistici dei cittadini. Per aver chiara la situazione, occorre capire cosa concerne la suddetta legge che disciplina il sistema pensionistico.

Riforma pensioni: perché approvare la Quota 41

Quando parliamo di Pensione di vecchiaia, si fa riferimento a quel sistema che fa ottenere a 67 anni compiuti con 20 di contributi versati, il raggiungimento della maturità lavorativa. Quella anticipata invece prevede l’età di 42 anni e 10 mesi di contributi, con la differenza di un anno in meno per le donne. Poi sussistono ulteriori condizioni pensionistiche specifiche, sempre con la dicitura di pensione di vecchiaia, ma al raggiungimento di 71 anni più 5 di contributi, e quella anticipata con 64 anni a 20 anni di contributi. Questa è la condizione vigente, ma cosa integra la Quota 41?

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Il problema principale è che con il sistema vigente, l’arrivo della pensione sembra sempre più un miraggio, come già citato. Infatti, la nuova normativa prevederebbe una situazione totalmente differente. In sostanza, la pensione dovrebbe arrivare prima, e con essa anche la presenza dei contributi. Appunto, la Quota 41 riguarda proprio questa condizione, ma in cosa consiste e per chi vale?

La Quota 41 consta nell’ottenere la pensione una volta maturati 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età, da parte dei cosiddetti lavoratori precoci. Quindi, ci sono dei mesi di anticipo rispetto l’altro regime, ma come già detto vale per lavoratori precoci e cioè una ristretta categoria. Per cui la sfida riguarda proprio l’estendere maggiormente questa prospettiva per una cerchia maggiore di persone.

Cosa significa lavoratore precoce? Si tratta di chi ha maturato almeno 12 mesi di contributi prima del 19esimo anno di età. Ma non basta questo criterio, in quanto occorre essere anche disoccupati, caregiver, invalidi civili, e dipendenti addetti ad attività pericolose ed usuranti nel corso del tempo. Chi ha però una pensione disciplinata del regime contributivo, non potrà mai accedere alla Quota 41. Quindi, sono evidenti le limitazioni: cosa significherebbe estenderla a tutti?

Che tutti coloro i quali hanno maturato 41 anni di contributi, al di là dell’età, potrebbero andare in pensione, ma c’è un grosso problema che non permette di estendere a “tutti” la disciplina. Si tratta di costi eccessivamente gravosi per le finanze dello Stato, si parlerebbe di circa 12 miliardi di euro in più ogni anno.

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