La Corte d’Appello ha confermato l’impianto accusatorio per l’omicidio di Luca Sacchi.
I giudici hanno ribadito i 27 anni per Valerio Del Grosso, considerato l’autore materiale ed hanno ridotto a 14 anni e 8 mesi la pena per Paolo Pirino, ritenuto il suo complice nell’aggressione. Lo stesso vale per Marcello De Propris, che avrebbe consegnato l’arma del delitto.
Confermata anche la condanna a 3 anni per Anastasiya Kylemnyk, accusata di violazione della legge sugli stupefacenti. Il procuratore generale in mattinata aveva sollecitato la conferma delle condanne di primo grado.
Come riporta il quotidiano La Repubblica, dopo la sentenza di Appello si sono verificati momenti di forte tensione nei corridoi della Corte d’Appello. Una vera e propria rissa è scoppiata tra i familiari di alcuni imputati.
De Propris ha detto ai giudici di essere “dispiaciuto per quanto avvenuto: mi rendo conto che anche per colpa ma è morto una ragazzo. Ho un rimorso enorme per aver dato l’arma a quella persona e mi vergogno per aver creato questa situazione”. L’arma usata su una calibro 38 ed apparteneva al padre Armando, noto nell’ambiente dello spaccio di stupefacenti.
I genitori di Luca Sacchi si dicono “soddisfatti per la conferma della pena a Valerio Del Grosso: è stata una giornata pesante con tanta ansia”. Ed hanno aggiunto che è “andata troppo bene a Paolo Pirino, che era in macchina con lui e sapeva che era armato”.
Anche gli avvocati dei familiari, Armida Decina e Paolo Silice, si sono detti “soddisfatti perché ha retto l’impianto accusatorio per Del Grosso, esecutore materiale dell’omicidio. Certo, i familiari ritengono responsabile anche Pirino, ma siamo soddisfatti ed attendiamo le motivazioni”.
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