Incidente a Casal Palocco, la rabbia dei testimoni: “Continuavano a riprendere”

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By Paolo Colantoni

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I testimoni accusano gli youtuber: “Hanno continuato a fare riprese anche dopo l’incidente”. Il proprietario del Suv intanto si difende sui social: “Rispettate le regole”

Omicidio stradale aggravato e lesioni: queste le accuse  che la Procura di Roma contesta a Matteo Di Pietro, il rappresentante dei The Borderline, il gruppo di Youtuber protagonisti dell’incidente a Casal Palocco nel quale ha perso la vita il piccolo Manuel Proietti, il bambino di cinque anni che si trovava all’interno della Smart colpita dalla Lamborghini, guidata dal ventenne youtuber. Di Pietro è risultato positivo ai cannabinoidi: nel suo sangue sono state trovate tracce di droga, mentre è risultato negativo all’alcoltest.

L’incidente che ha causato a Roma la morte del giovane Manuel Proietti, travolto da un Suv Lamborghini guidato da youtuber – Ricercaitaliana.it- Ansa Foto

Intanto nella capitale fioccano le testimonianze e i racconti di quei terribili istanti vissuti davanti all’asilo. Valeria, una ragazza di diciotto anni, che tre giorni fa si trovava a due passi dal luogo dell’incidente, ha parlato ai microfoni dell’agenzia Ansa: “Il suv gli è andato addosso, ha preso la Smart da tutte e due le parti e l’ha trascinata. Sicuramente correvano, la macchina era tutta rotta”. La ragazza era a bordo di un’auto, dal lato del passeggero, dietro un autobus. “Non ho visto come si sono presi, ma ho visto il botto e la macchina trascinata. E ho visto il bambino – aggiunge – una scena bruttissima. Ho dovuto chiudere gli occhi, sono scoppiata a piangere e sono dovuta andare via”. La giovane dichiara che uno dei ragazzi che erano dentro al suv Lamborghini, subito dopo l’impatto è andato verso la macchina colpita. “Era un ragazzo con una maglietta bianca – dice – è andato verso la Smart a vedere se stavano bene. Ma nessuno gli ha risposto”.

Le testimonianze e le accuse

“Abbiamo tirato fuori il bambino dall’auto ma purtroppo è morto poco dopo. Avevo il sangue del piccolo sulla maglietta”. Questo il racconto di un altro testimone, Omar, presente nei pressi del luogo dove si è verificato l’impatto tra il Suv Lamborghini e la Smart. L’uomo ha provato a soccorrere il piccolo Manuel Proietti. “I giovani che sono scesi dal Suv sono rimasti sotto choc quando hanno visto la scena. È stato un incidente”, ha spiegato. “Non so se facevano video, ero solo concentrato sul bambino”. Altre persone, presenti in zona, puntano l’indice sui youtuber. “Dopo l’incidente continuavano a filmare, il papà di un altro bambino li ha ripresi, gli ha urlato ‘Ma che c… fate’ e ha discusso con i ragazzi”. “Continuavano a filmare e il bimbo era morto”, ripete il testimone. Un altro, ai microfoni del Tg5 ha dichiarato: “Sono andato faccia a faccia con Di Matteo, il ragazzo che guidava e gli ho detto che se fosse accaduto qualcosa a mia moglie o ai miei figli, lui non sarebbe più qui. Quando gli ho fatto notare che era morto un bambino, lui mi ha sorriso in faccia”

Fiori sul luogo dove è stato ucciso in un incidente stradale, Manuel Proietti, travolto da una Lamborghini guidata da un giovane influencer. – Ricerca Italiana – Ansa Foto

Uno dei commercianti della zona spiega: Siamo distrutti, questa macchina sfrecciava da giorni. Andavano fermati. Questa macchina faceva avanti e indietro. Mi è rimasta impressa perché era molto bella come auto, ma dentro di me, vedendo alla velocità in cui andava, ho pensato: questi se prendono qualcuno lo uccidono”. Secondo le prime indiscrezioni i giovani youtuber erano impegnati in una challenge che prevedeva la guida continuativa di 50 ore della macchina. elemento che verrebbe confermato dai continui passaggi della Lamborghini nella zona. 

La difesa del proprietario dell’autosalone

“Il proprietario della concessionaria che ha affittato l’auto ai ventenni lo conosciamo tutti. E’ arrivato dopo l’incidente ed era arrabbiato perché la macchina era rotta“, racconta ancora un testimone. L’uomo, Gabriele Morabito, titolare dell’autonoleggio Skylimit Rent, ha risposto alle accuse di chi lo ha tirato in ballo. “Il nostro codice della strada (nello specifico l’art. 117) permette a chi ha la patente da più di un anno di guidare qualsiasi tipo di auto senza alcuna restrizione. E noi abbiamo effettuato i controlli per garantire il rispetto di tale condizione anche in questa occasione”, ha specificato. Questo, ovviamente, non ci esime dal prendere le distanze e dal condannare ogni comportamento irresponsabile al vaglio delle autorità. Ma non siamo in alcun modo co-responsabili o, peggio ancora, complici di ciò che è accaduto poiché il compito della nostra società è offrire servizi, il ruolo di educatori spetta ai genitori. Sicuramente, come è giusto che sia, il nostro problema – prosegue Morabito su Facebookpassa in secondo piano, ma continuare a ricevere minacce di morte nei confronti nostri e dei nostri figli, crediamo sia qualcosa di intollerabile”. “Colgo infine l’occasione per ringraziare chi, invece, ci sta dimostrando la propria vicinanza, non per partito preso, ma perché prima di giudicare o condannare, si è informata”, conclude il post.

I video degli youtuber al setaccio degli inquirenti – Ricercaitaliana.it –

La Procura intanto, intende vederci chiaro e sta analizzando nel dettaglio i telefoni dei cinque youtuber.. L’obiettivo degli inquirenti è innanzitutto verificare se sul cellulare di Mattia Di Pietro, il ventenne indagato che era alla guida e a cui sono contestati l’omicidio stradale e le lesioni, ci siano video girati nella fase precedente, durante o anche successiva all’impatto. Verranno scandagliati i telefoni alla ricerca di chat, messaggi e tutto ciò che di utile può emergere per far luce su ciò che è accaduto in quei terribili istanti. Ieri poi sono state portate avanti delle perquisizioni nell’abitazione di Di Pietro e nella sede della società The Borderline, della quale il ventenne era a capo del cda e che aveva un fatturato annuo di circa 190 mila euro. Chi indaga punta ad acquisire ulteriori elementi per consolidare l’impianto accusatorio.

Le parole di Salvini

La famiglia attende la restituzione della salma del piccolo Manuel, per poter svolgere il rito funebre.  Le esequie arriveranno dopo il nulla osta della Procura che ha disposto l’autopsia. Chi indaga sta cercando di andare a fondo su ciò che è successo durante e dopo l’incidente. La morte del bambino è stata infatti dichiarata circa 90 minuti dopo l’incidente e al termine dell’inutile tentativo dei sanitari di salvargli la vita. Sulla vicenda intanto è intervenuto anche Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture. Il leader della Lega ha annunciato la presentazione di un disegno di legge sulla sicurezza stradale, con un inasprimento delle norme. “Anche stanotte uno trovato positivo ad alcol e droga ha ucciso un ragazzo sulle strisce pedonali, piuttosto che cinque imbecilli che per fare una gara hanno ucciso un bimbo di cinque anni, quindi ci saranno norme di assoluta severità”.

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