Attraverso un’attenta analisi di alcuni reperti storici e grazie all’aiuto dell’Intelligenza artificiale, è stato possibile realizzare il vero volto del Santo più amato e conosciuto
Com’era nella realtà il volto di San Francesco d’Assisi? A svelarlo, attraverso un’ attenta analisi dei ritratti più veritieri e con l’aiuto dell’Intelligenza artificiale, ci ha pensato un artista brasiliano, che nelle scorse settimane si era già cimentato in ricostruzioni dettagliate dei volti di personaggi del passato. Átila Soares da Costa Filho, ha svelato al mondo intero la vera figura del Santo più amato e conosciuto nel mondo.
Il ricercatore e designer brasiliano si è laureato in Disegno Industriale presso la Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro (Brasile) e ha conseguito titoli post-laurea in Storia, Storia dell’Arte, Filosofia, Antropologia, Sociologia, Archeologia e Patrimonio. Autore di 5 libri e di numerosi articoli pubblicati in oltre 100 Paesi, è membro del comitato scientifico della Mona Lisa Foundation (Zurigo), della Fondazione Leonardo da Vinci (Milano) e del Comitato Nazionale per la Valorizzazione del Patrimonio Storico, Culturale e Ambientale (Roma). Nelle scorse settimane aveva stupito l’opinione pubblica presentando al mondo i volti di Maria, madre di Gesù, della Vergine di Guadalupe e della Gioconda.
I due reperti storici per studiare il volto di San Francesco
Grazie all’aiuto di alcuni reperti storici e con il supporto dell’Intelligenza artificiale, Átila Soares da Costa Filho, è riuscito a svelare come sarebbe stata l’immagine del più famoso tra tutti i santi della cristianità: Giovanni di Pietro di Bernardone, o San Francesco d’Assisi (1182-1226). Le fonti da cui ha attinto per portare a termine questo esperimento, sono state principalmente due: la prima, un dipinto anonimo con l’iscrizione Fraciscu, proveniente dal monastero benedettino di Subiaco, vicino a Roma; Un reperto da sempre considerato molto realistico e catalogato dagli esperto come il ritratto più antico di Francesco. Secondo gli studiosi sarebbe stato realizzato utilizzando come modello vivente il santo durante la sua visita al monastero tra il 1220 e il 1223. Nella rappresentazione, infatti, il santo è raffigurato senza l’aureola, un attributo concesso solo post mortem, e senza le emblematiche stimmate, apparse nel 1224.
La seconda è invece un testo del primo biografo e amico personale del santo, il francescano Tommaso da Celano (1185-1260). Nel libro viene descritto minuziosamente il volto di San Francesco, con elementi che l’Intelligenza Artificiale è stata in grado di trasformare nell’immagine più verosimile possibile del Santo. I testi di Tommaso da Celano, furono scritti nel 1228 per comporre la sua opera, la Prima Vita – commissionata da Papa Gregorio IX.
Le parole dell’artista
Secondo Átila, oltre ad alcuni strumenti di I.A. e a software di editing di immagini, sono state prese in considerazione diverse questioni storico-artistiche per ottenere un risultato più fedele a quanto proposto dall’esperimento. Una di queste è stata quella di cercare di scartare le caratteristiche stilistiche del dipinto, fortemente improntate allo stile bizantino, e di promuovere un accostamento fattualmente ragionevole tra esso e le descrizioni, talvolta contrastanti, di Tommaso da Celano – come, ad esempio, gli “occhi neri”. L’autore del progetto aggiunge: “Ed ecco l’immagine di colui che è unanimemente considerato l’uomo più simile a Cristo. Un ardente devoto della Vergine. Il primo ecologista della storia. Colui che si è fatto il più piccolo dei piccoli per raggiungere le vette della più grande gloria. Che questa nuova immagine possa servire, tra migliaia di altre rappresentazioni, a ingrandire e ispirare tutti noi”.