Costumi vietati, sempre più comuni impongono regole ferree di abbigliamento: necessità di decoro o eccesso?

Arrivano regole che impongono un abbigliamento più decoroso. Questo provvedimento ha fatto discutere tantissimo ed è stato considerato eccessivo

Arriva l’estate e con sé anche i divieti. E’ vero che nessuna legge impone ai cittadini come vestirsi e non vengono imposte esplicite norme sul decoro. Tuttavia, c’è una legge che regola i fatti contro il comune senso del pudore, ma negli ultimi anni, con il cambiamento dei costumi, è diventata meno severa e spesso sono le amministrazioni locali a decidere come regolare i comportamenti contrari al decoro.

Costumi vietati, comuni impongono regole
Arrivano regole ferree contro chi si veste in modo succinto – ricercaitaliana.it

Ci sono città, anche non balneari, più tolleranti verso i bagnanti e le persone che adottano vestiari succinti per recarsi in spiaggia, in piscina o per uscire la sera. Molte persone spesso preferiscono andare con cose leggere  o, complice anche il caldo, tendono a uscire solo con il bikini addosso o senza la maglietta. Alcuni Comuni hanno attuato dei provvedimenti per limitare questi comportamenti, considerati ”cafoni”.

“Contro il buon costume” e un Comune balneare vieta alcuni abbigliamenti

Ai più sembrerà un provvedimento degno di talebani, ma ogni anno ci sono sempre più amministrazioni italiane pronte a fare la guerra al bikini o al bermuda. Uno di questi è Gallipoli, rinomata località balneare, una delle più belle del Paese per la movida e le spiagge. Qui gran parte del turismo è giovane ed è molto diffuso il comportamento di recarsi in spiaggia senza maglietta o soltanto in costume. Per il sindaco Stefano Minerva si tratta di un comportamento privo di decoro.

Gallipoli e l'ordinanza che vieta il bikini in centro
L’ordinanza del Comune di Gallipoli e le polemiche – ricercaitaliana.it

Così, ha deciso di firmare un’ordinanza valida fino al 20 settembre, che vieta ai bagnanti di indossare abbigliamento troppo succinto nel centro storico della cittadina. Pena una sanzione da 25 ai 150 euro. Tra questi ci sono bikini, topless e addirittura pantaloncini e canotta negli uffici pubblici, come la palazzina comunale. Il primo cittadino ha specificato che queste condotte sono sempre più diffuse a Gallipoli.

Questo ha motivato l’ordinanza che è stata attuata per contrastare i comportamenti indecorosi, ”causa di scadimento della qualità della vita dei cittadini, di difficile raggiungimento e contrasto con i normali strumenti normativi vigenti, vista la rapida mutazione ed evoluzione dei fenomeni in oggetto”, si legge nell’ordinanza.

Minerva ha spiegato, inoltre, che ci sono state delle segnalazioni da parte dei cittadini, infastiditi da questi comportamenti. Tuttavia, la maggior parte dei residenti hanno indicato l’ordinanza come bigotta, citando i talebani, che impongono norme restrittive sull’abbigliamento. Le polemiche vertono, infatti, sul fatto che per i più non è considerato scandaloso un costume, dato che si vede ogni giorno.

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