Incidente Casal Palocco: la procura chiede esami di secondo livello per Di Pietro

Foto dell'autore

By Paolo Colantoni

News

Passi avanti nelle indagini sulla morte del piccolo Manuel: la Procura vuole andare a fondo sulle condizioni dello youtuber Di Pietro. Intanto sul web continuano le accuse

La procura di Roma vuole andare a fondo sull’incidente di Casal Palocco che è costato la vita al piccolo Manuel Proietti, il bimbo di cinque anni travolto dal Suv Lamborghini guidato da Matteo Di Pietro, lo youtuber appartenente al gruppo dei The Borderline. I pm che indagano sull’incidente hanno acquisito le immagini delle telecamere limitrofe, per cercare di capire la dinamica e la velocità con il quale il Suv stava circolando. Gli inquirenti vogliono chiarire due aspetti. Se i ragazzi all’interno dell’autovettura stavano riprendendo la scena e possono aver distratto il guidatore e le condizioni di quest’ultimo.

I The Borderline hanno chiuso il loro canale social – Ricercaitaliana.it – Ansa Foto –

I pm vogliono “Verificare quando Matteo Di Pietro ha assunto cannabinoidi e in quale quantità“. Sono stati trasmessi agli investigatori tutti i documenti che tecnicamente vengono definiti “esami di secondo livello”. L’obiettivo principale è avere un quadro più completo della posizione del principale indagato. Nel suo sangue sono state trovate tracce di sostanze stupefacenti. Si rende necessario quindi un narcotest quindi più approfondito dopo quello fatto nell’immediatezza dell’evento. Un’analisi che sciolga tutti i dubbi sulle condizioni fisiche del guidatore, al quale sono stati contestati i reati di omicidio stradale e lesioni. L’avvocato del ragazzo oggi si è recato negli uffici di Piazzale Clodio. Al momento lo youtuber non è stato ancora ascoltato dai magistrati.

Gli inquirenti stanno aspettando anche i risultati della consulenza richiesta sul suo cellulare e su quello dei componenti del gruppo. I pm cercano di andare a fondo su ciò che è successo all’interno dell’autovettura il 14 giugno scorso e se esistano eventuali conversazioni precedenti e successive all’impatto mortale. Al setaccio dell’autorità competente ci sono chat e video, che potrebbero finire negli atti dell’indagine così come il materiale acquisito nel corso di una serie di perquisizioni effettuate nei giorni scorsi nelle abitazioni dell’indagato e dei suoi amici e nella sede della società Theborderline, riconducibile ai cinque youtuber, seguiti da oltre 600.000 followers. Da ieri il gruppo ha deciso di interrompere l’attività sui social.

Il comunicato dei The Borderline

Attraverso un video postato su Youtube, è stato spiegato che:Quanto accaduto ha lasciato tutti segnati con una profonda ferita, nulla potrà mai più essere come prima. L’idea di TheBorderline era quella di offrire ai giovani un intrattenimento con uno spirito sano. La tragedia accaduta è talmente profonda che rende per noi moralmente impossibile proseguire questo percorso. Pertanto, il gruppo TheBorderline interrompe ogni attività con quest’ultimo messaggio. Il nostro pensiero è solo per Manuel”. 

Matteo Di Pietro, la procura va a fondo sulla sua situazione – Ricercaitaliana.it – Ansa Foto –

Da valutare intanto, la posizione del concessionario che ha noleggiato al gruppo dei The Borderline il Suv Lamborghini che si è schiantato sulla Smart, dove erano presenti il piccolo Manuel, la madre e la sorella. Secondo Giuseppe Benincasa, presidente di Aniasa (l’Associazione nazionale dell’autonoleggio), la macchina non poteva essere messa nelle mani dei cinque ragazzi. “Il Codice della strada parla chiaro. C’è un limite a 21 anni per poter guidare una super car come quella coinvolta nell’incidente di Roma”, ha confermato Giuseppe Benincasa. “Per i primi tre anni dal conseguimento della patente di guida, non si possono guidare veicoli con potenza superiore ai 55 Kw per tonnellata. Quindi la Lamborghini è esclusa. Di fatto il proprietario dell’autonoleggio di Roma non poteva concedere
quella macchina ai ragazzi che l’hanno affittata perché se si vuole guidare un’auto del genere ad un anno dalla patente, serve che accanto sieda una persona che l’abbia da almeno 10 anni. E non mi sembra sia questo il caso”, conclude.

Le accuse del professore Tiktoker

La vicenda ha scatenato un grande clamore mediatico. In discussione è l’eccessivo utilizzo dei social da parte degli adolescenti. A prendere posizione è Vincenzo Schettini, professore di fisica all’istituto Luigi dell’Erba di Castellana Grotte, in provincia di Bari. Il professore è uno dei primi ad aver aperto un canale di Tik Tok dove insegna ai ragazzi i segreti della Fisica. “Serve un’educazione social, fatta da persone giuste. I social vanno utilizzati con intelligenza condividendo contenuti che facciano bene agli altri. Non sono però loro ad essere sbagliati ma l’uso che se ne fa: l’importante è saper scegliere chi seguire”, dichiara Schettini, che con il suo canale ‘La Fisica che ci piace’ vanta oltre un milione di follower. Su internet possiamo trovare esempi sia positivi che negativi, l’importante è saper scegliere chi seguire”, prosegue il prof sottolineando come il problema di esempi negativi sui social non è una questione di età perché ci sono anche “cinquantenni imbecilli che fanno cose imbecilli. Noi diamo sempre le colpe ai giovani, ma non è vero. Ci sono persone mature che fanno cose inguardabili. Quando il messaggio è bello e fa bene agli altri il social è una cosa meravigliosa. È il caso di pensare a un’educazione social, con le persone giuste”.

Gestione cookie