Bimbi con due mamme, il caso Padova, Di Maggio (FdI): “Nessun vuoto normativo: è una strumentalizzazione”

In Aula alla Camera ieri si è discusso di maternità surrogata, con la specifica volontà di farla diventare reato universale in Italia. 

Contemporaneamente a Padova è esploso il caso della Procura che ha impugnato 33 atti di nascita di bimbi che hanno due mamme, e che sono stati trascritti dal 2017 ad oggi.

Si tratta di due temi diversi, che però riportano all’attenzione il tema dell’omogenitorialità e dell’utero in affitto. Ne abbiamo parlato con Grazia Di Maggio, deputata di Fratelli d’Italia.

Bimbi con due mamme, il caso Padova, Di Maggio (FdI): "Nessun vuoto normativo: è una strumentalizzazione"
Bimbi con due mamme, il caso Padova, Di Maggio (FdI): “Nessun vuoto normativo: è una strumentalizzazione” (Ansa Foto) – ricercaitaliana.it

C’è il rischio di un vuoto normativo?
Assolutamente no. Non c’è questo rischio e io trovo che l’impugnazione della Procura di Padova sia assolutamente sensata, giusta e rispettosa dei diritti del bambino. Il sindaco di Padova voleva pretendere di assegnare al figlio biologico soltanto di una donna, il cognome della propria compagna. Si tratta di bambini concepiti all’estero con la procreazione medicalmente assistita che in Italia è consentita solo per le coppie eterosessuali. Sotto l’aspetto del diritto e quello arbitrario in tema di valori, trovo sbagliatissimo l’intervento che ha cercato di portare avanti il sindaco di Padova. Si sta ostinando a giustificare la sua scelta di pretendere di registrare due madri. Io reputo che i sindaci non siano al di sopra della legge. Da che mondo è mondo, la madre è una e da qualche parte sulla Terra c’è un padre. Il sindaco non può sostituirsi né alla legge né alla natura attraverso questa scelta che elude il diritto italiano. Lo stesso vale per quanto discusso ieri in Parlamento con il ddl a prima firma dell’onorevole Varchi, in cui i diritti dei bambini non vengono minimamente lesi. In Italia ci sono bambini nati con questa pratica, ed è un reato. Se dovesse accadere ancora, la trascrizione avverrà in maniera automatica rispetto al genitore biologico. Quando c’è il riconoscimento, il bambino può godere di tutti i diritti ed è la stessa cosa che accade oggi con i bambini che sono riconosciuti dalle madri single. Quello che viene fatto è una strumentalizzazione, non c’è nessun tipo di vuoto normativo sul diritto dei minori”;

Un bambino improvvisamente si trova ad avere, legalmente, un solo genitore. Come viene tutelato in questo senso?
In Aula ieri ho ribadito che nel caso del compagno del genitore biologico, c’è l’adozione in casi particolari. La legge italiana non consente che ci sia, attraverso le tecniche di procreazione assistita, il riconoscimento di due madri o di due padri. Le adozioni in casi particolari prevedono un iter semplificato rispetto a quelle canoniche, quindi è una strada perseguibile”;

Tornando all’utero in affitto. Qual è il confine tra la libertà di una donna di scegliere cosa fare del proprio corpo e ciò che prevede la legge?
Non stiamo parlando di una libera scelta, ma di un business da 6 miliardi di dollari in cui vengono costrette donne in condizioni di bisogno, che vengono pagate da uomini ricchi affinché prestino il loro utero per portare avanti questa pratica ignobile. Alla base vi è una condizione di povertà e sfruttamento. È rarissimo trovare una donna che presta il proprio utero per volontà e non per bisogno. Non c’è nessun tipo di correlazione tra la libera scelta e quello che intendiamo noi, che vogliamo perseguire come mercificazione del corpo della donna e trasformazione del bambino in merce da scambio. Ricordiamo che non essendo frutto dell’unione tra un uomo e una donna, il bambino può anche essere scelto con determinate caratteristiche. Nel caso in cui gli ovociti non siano donati dalla madre, si vanno a vedere cataloghi, prezzari in cui le donne bianche costano molto più di quelle nere, con una evidente connotazione razzista. Si finisce quindi, in una dinamica che non può essere quella della libera scelta”. 

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