Ponte Morandi, i familiari delle vittime: “Inaccettabile il degrado delle strutture”

Foto dell'autore

By Paolo Colantoni

News

Egle Possetti, Presidente Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, in esclusiva a Ricercaitaliana.it: “Le condizioni dei manufatti sono inaccettabili”

Alla luce della revoca della concessione delle autostrade abruzzesi e laziali A24-A25 a Strada dei Parchi, i familiari delle vittime del Ponte Morandi hanno voluto dire la loro, confrontando le due situazioni ed evidenziando delle clamorose incongruenze. “Non entriamo nel merito della vicenda, che non conosciamo nei dettagli processuali, ma come famigliari delle vittime del Ponte Morandi non possiamo non interrogarci su questi due epiloghi così diversi”, ha dichiarato in esclusiva a Ricercaitaliana.it Egle Possetti, Presidente del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi.

Egle Possetti, presidente del Comitato vittime del Ponte Morandi sul degrado delle strutture – ricercaitaliana.it

Le decisioni prese portano ad un importante spunto di riflessione e fanno capire le differenze tra il modo in cui si è operato nei confronti dell’autostrada A 24 e come invece non si sia fatto lo stesso, sul ponte di Genova: “In questa storia a causa di strutture in calcestruzzo corrose, il governo Draghi decise di revocare la concessione in danno, contestando le inadempienze di manutenzione ed il pericolo crollo. Ecco qui che emerge il primo intreccio con la nostra vicenda, fortunatamente senza crolli in questo caso la concessione viene revocata, mentre nel caso del Ponte Morandi la concessione, che ha prodotto danni umani ed economici incalcolabili è finita diversamente, con un esborso miliardario da parte dello stato in team con società private, per riavere la gestione delle infrastrutture, e non possiamo neanche trovare alibi in relazione alla concessione originaria (pur se assurda)”, continua Egle Possetti. “L’annullamento del contratto doveva essere completato. In primo grado nel processo dell’Aquila gli imprenditori e dirigenti della concessionaria vengono assolti per non avere commesso il fatto, la Procura in questi giorni decide di ricorrere in appello.

I familiari delle vittime del Ponte Morandi, evidenziano un secondo, gigantesco paradosso: “Troviamo tecnici che difendono imputati nel procedimento del Ponte Morandi e poi li ritroviamo su materie similari nei procedimenti dell’Aquila, come tecnici della Procura o del Tribunale. Ci chiediamo a questo punto dove sia finita la deontologia professionale, per come si evolvono le cose in questo paese potremmo tranquillamente trovare in futuro un ingegnere condannato per il processo del Ponte Morandi che presta consulenza per un altro tribunale in queste materie. Può sembrare fantascienza, noi lo speriamo. Qualcuno potrebbe dire che questo paese è così, che non ci dobbiamo stupire, mi dispiace ma noi ci stupiamo e ci arrabbiamo per questo, abbiamo perso troppo per stare silenti”.

L’appello di Egle Possetti in esclusiva a Ricercaitaliana.it

Lo stato in cui le infrastrutture italiane vivono, ha portato i familiari delle vittime del Ponte Morandi ad un’ulteriore valutazione. Egle Possetti lancia un vero e proprio appello, affinchè non si verifichino più disagi del genere e si faccia qualcosa per migliorare lo stato delle autostrade italiane. “Non dobbiamo permettere che i manufatti arrivino in condizioni di degrado tali che poi siano necessari interventi dirompenti. Noi dobbiamo manutenere le infrastrutture costantemente, in modo che siano sempre controllate”. Il crollo di Genova, le vite spezzate e i drammi familiari che si sono vissuti, non possono ripetersi: “Dal nostro punto di vista non è accettabile che continui ad esserci degrado nelle infrastrutture dopo quello che è accaduto con il Ponte Morandi“, ha continuato Egle Possetti in esclusiva al nostro sito.

La responsabile del comitato vittime del Ponte Morandi, Egle Possetti Ricercaitaliana.it-Ansa-Foto

I familiari delle vittime lanciano un’altra riflessione, relativa alle manutenzioni.Anche in questo caso – continuano –  sono giunte minimamente tardive ed hanno permesso che i materiali divenissero corrosi, per fortuna qui non ci sono state vittime, ma pensare che strutture ridotte in queste condizioni siano state manutenute correttamente ci lascia perplessi e non possiamo permettere che diventi lo schema di comportamento da seguire. Non possiamo perché per noi ormai è un dovere civico lottare contro questo modus operandi. In queste condizioni, nessuna prova può definire in modo preciso le condizioni della struttura, occorre avere prudenza, nessun “professorone” neanche con la bacchetta magica potrà avere certezza sulla tenuta di questi manufatti, anche da profani della materia ormai lo abbiamo, nostro malgrado, compreso”

Il problema della sicurezza resta sempre in primo piano:Il concedente proprietario delle strutture deve pretendere un livello di manutenzioni realmente conservative dei manufatti, e non interventi a scoppio ritardato, questo la sicurezza dei cittadini è un dovere delle nostre istituzioni, non possiamo permetterci di accettare ancora meno del minimo sindacale, consentendo sempre più ampi margini di lucro. Siamo sempre più perplessi che la vicenda del Ponte Morandi nelle parole abbia insegnato tanto, ma nei fatti la prudenza, che dovrebbe permeare tutti, si manifesti solo come uno scoglio da superare, senza toccarlo e quando lo si è passato, con un po’ di fatica, ma neanche troppa, si possa continuare a navigare senza scialuppe, come prima”, conclude Egle Possetti.

 

 

 

 

 

 

Gestione cookie