Santanché al cospetto del Senato sulla vicenda Visibilia

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By Angelo Bianco

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Oggi, mercoledì 5 luglio, la ministra del Turismo Daniela Santanché è attesa nell’Aula del Senato per l’informativa sulle sue società. 

Chi le ha parlato nelle ultime ore dichiara che è pronta a rispondere “punto su punto” e senza polemiche e senza entrare troppo nei dettagli, dal momento che l’Aula del Senato non è una Procura e che non deve “testimoniare”. 

Santanché punterà principalmente sul fatto che da tempo ormai non amministrava più le società finite nell’occhio del ciclone.

Perché Santanché riferirà in Aula

Visibilia, il gruppo che Daniela Santanché ha fondato e di cui è rimasta socia di maggioranza e amministratrice fino all’anno scorso, è al centro di un’indagine della Procura di Milano per bancarotta e falso in bilancio, che non si dovrebbe chiudere prima dell’estate.

La ministra in Aula arriverà con un’informativa cui seguirà un dibattito, ma senza voto. La maggioranza si prepara ad appoggiarla, mentre le opposizioni sono sul piede di guerra.

Schlein: “Altri ministri in Italia e in Europa si sarebbero dimessi”

Santanché deve riferire su cose molto gravi che emergono da inchieste giornalistiche ma anche che abbiamo scoperto noi come Pd. In un’interrogazione abbiamo chiesto conto di un prestito che una di queste società avrebbe ricevuto durante il Covid di 2,7 milioni di euro che non sarebbe stato restituito. Non ci può essere una ministra che ha un debito per lo stato di quasi tre milioni. Sono fatti per cui altri ministri in Italia e in Europa si sarebbero già dimessi”.  Così la segretaria del Pd Elly Schlein ad Agorà su Rai Tre.

Alla domanda se il Pd abbia intenzione di presentare una mozione di sfiducia, Schlein risponde: “Abbiamo chiesto a lei di venire in Aula. Trovo giù grave che venga solo al Sentato e non alla Camera. Ascolteremo e valuteremo cosa fare”. 

Oggi è il giorno della Santanchè che va in Senato a spiegare le sue ragioni. Dovrebbe dimettersi perché una ministra non può avere un debito con lo Stato di 2.7 milioni di euro. La pitonessa che si definisce fascista, secondo Il Domani sarebbe anche indagata. La coerenza per gran parte dei politici non è un obbligo. Vi ricordate la vicenda di Josefa Idem che si dimise da ministra per molto meno? “Cosa penso del caso-Idem? Che ci sono sempre due pesi e due misure. Se capita una cosa del genere al centrosinistra, nel centrosinistra si fa finta di niente. Se fosse successo a una di noi del centrodestra, saremmo già state cacciate“. In una nota, Sandro Ruotolo della segreteria del Pd.

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