Non si escludono ischemie, ma le metastasi polmonari di Andrea Purgatori, erano presenti.
In esclusiva a Notizie.com, una fonte anonima del Policlinico spiega: “Non credo che siano confondibili. Penso che sia più in discorso di diatriba tra i primi e i secondi refertatori. Le condizioni di Purgatori erano davvero drammatiche perché le metastasi c’erano. Se non avessero fatto la terapia su di loro probabilmente sarebbe morto qualche giorno dopo”.
Secondo questa fonte quindi, il quadro clinico del giornalista era compromesso dalla presenza di queste metastasi polmonari, dovute a un tumore scoperto qualche mese prima.
Intanto le indagini vanno avanti mentre la clinica Pio XI, per conto dell’avvocata Rosaria Grassi Peroni precisa che il giornalista, nella struttura, “ha svolto solo accertamenti di diagnostica per immagini e una biopsia”.
“Rispettiamo il dolore della famiglia e ci poniamo in silenziosa attesa dell’esito della indagine giudiziaria”, conclude la legale in una nota.
La Procura di Roma ha predisposto l’autopsia e una tac ad Andrea Purgatori, per vederci chiaro. I due medici indagati sono il professore Gianfranco Guidi, responsabile della radiologia della clinica Pio XI e il dottore Claudio Di Biasi, membro della sua équipe. Entrambi hanno sottolineato che il loro lavoro “è stato corretto”.
I dubbi dei familiari di Andrea Purgatori
Il giornalista è morto il 19 luglio, dopo che pochi mesi prima, ai primi di maggio, gli era stato diagnosticato un tumore al polmone con metastasi al cervello. Da qui, la scelta di sottoporlo a una radioterapia ad alto dosaggio all’encefalo.
I familiari sospettano che diagnosi e terapia potrebbero non essere corrette, dal momento che successivi accertamenti avrebbero dimostrato l’assenza di metastasi al cervello e rilevato invece forme ischemiche.
Quindi, l’ipotesi che la morte di Andrea Purgatori possa essere stata causata da un’infezione, una pericardite settica.
La tabella di marcia delle indagini della Procura
Martedì sarà svolta la tac, che accerterà anche se ci siano o meno metastasi o tracce ischemiche al cervello. Mercoledì mattina invece, verrà effettuata l’autopsia.
I pubblici ministeri, coordinati dall’aggiunto Sergio Colaiocco, contestano ai due medici il reato di omicidio colposo. “Rispettiamo il dolore della famiglia e ci sottraiamo dal processo mediatico. Speriamo che il clamore si attenui e siamo sicuri che gli accertamenti tecnici dimostreranno la correttezza del loro operato”, ha dichiarato l’avvocato Fabio Lattanzi, difensore di Gualdi e Di Biasi.