Reddito minimo per tutti è uno degli obiettivi comuni, nonostante la sua ritrosia l’Italia deve provvedere. Ecco come e perché.
Il Reddito minimo è una pratica diffusa in diversi Stati europei con esiti diversi. L’Italia però ha deciso di cancellare il reddito di cittadinanza. Come mai questo cambiamento allora? Ecco tutti i dettagli e quali regole deve rispettare il Belpaese.
I vari Paesi dell’area occidentale europea sono concentrati nel trovare soluzioni a problemi sociali molto gravi come povertà, emarginazione, mancanza di lavoro. L’Irlanda, per esempio, ha istituito di recente uno stipendio da 325 Euro a settimana destinato a 2 mila artisti. Nei Paesi Bassi il Reddito minimo garantito è uguale a circa la metà del reddito mediano.
In Italia però questa misura non ha ottenuto il risultato sperato se la si considera dal punto di vista della lotta alla disoccupazione. Da noi a settembre 2023 partirà il MIA che però sarà una forma di assistenza di emergenza e con cifre e condizioni molto diverse dal tanto criticato Reddito di cittadinanza. Ma quali sono i nuovi termini? Ecco tutte le indicazioni.
Reddito minimo: la realtà è questa
Il dibattito sul Reddito minimo non cessa di essere sull’agenda dei governanti. La visione italiana è nettamente in contrasto con l’orientamento dell’Unione Europea. Non molto tempo fa Ursula Von Der Leyen ha auspicato che l’Europa intera si impegni a favore di una maggior giustizia sociale e prosperità.
In teoria questo dovrebbe essere lo scopo di tutti i Paesi considerando soprattutto le difficoltà oggettive affrontate da milioni di persone negli ultimi anni a causa della pandemia, dell’inflazione, della guerra in Ucraina, ecc… È indubbio inoltre che nel 2021 oltre 95,4 milioni di persone siano state a rischio di povertà e esclusione sociale.
In termini generali, per sottolineare che la situazione non riguarda solo alcuni Paesi più duramente colpiti dalla pandemia, negli ultimi dieci anni in tutta l’Eurozona si è assistito a un aumento del rischio di povertà. Risulta lampante che il Belpaese attualmente non stia remando verso la stessa direzione.
Il governo di Giorgia Meloni si è subito posto in contrasto con il Reddito di cittadinanza istituito nel 2019 per volere del Movimento Cinque Stelle. Questo, con gli opportuni aggiustamenti vedrà il definitivo tramonto il 1 gennaio del 2024. Ma allora come la mettiamo con la UE?
Un ripristino e una retromarcia del governo nostrano paiono alquanto improbabili e impraticabili al momento. Oltretutto sarebbero necessari vasti fondi che nella situazione attuale non abbiamo. Se ci sarà battaglia con la UE sarà tutto da vedere. Il problema di fondo però rimane e come al solito saranno i cittadini più fragili a pagarne le conseguenze.