Ddl violenza contro le donne, Marrocco (FI): “Servono più magistrati specializzati per non rallentare i processi”

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By Giovanna Sorrentino

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Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge che introduce una stretta contro la violenza sulle donne. 

Prevede l’applicazione del braccialetto elettronico automatica, una distanza minima di 500 metri in caso di divieto di avvicinamento alla vittima, 30 giorni di tempo sia per le richieste di misure cautelari sia per la loro applicazione, magistrati specializzati in materia e processi più veloci.

Ne abbiamo parlato con Patrizia Marrocco, deputata di Forza Italia.

L’omicidio di Giulia Tramontano ha accelerato l’approvazione del provvedimento?
Questo governo aveva già in previsione di portare un pacchetto di provvedimenti estremamente restrittivi che mirassero ad eliminare il fenomeno dei femminicidi. Il ministro Nordio stava lavorando in squadra con i colleghi Piantedosi e Roccella. Ovvio che il caso di Giulia ha fatto accendere il faro a livello mediatico, quindi si è data un’accelerata”;

Quali sono le novità rispetto al Codice Rosso?
Ripartiamo dal Codice Rosso. Nella scorsa legislatura abbiamo fatto una buona legge – vorrei ricordarlo – approvata da tutte le forze politiche, che ha introdotto nuove fattispecie di reato. L’impegno attuale è quello di rafforzare ulteriormente e renderlo più efficace nell’applicazione del Codice rosso. In Parlamento ci sono alcune proposte di legge sia alla Camera che al Senato, e sono nella fase di esame. Il governo, con questo nuovo disegno di legge si sta impegnando e di conseguenza dobbiamo rafforzare ancora di più le misure del contrasto alla violenza di genere. Ma non basta inasprire le pene, quindi fare buone leggi”;

Si spieghi…
“Bisogna lavorare sull’educazione e noi come istituzioni abbiamo proprio il compito di realizzare una vera e propria rivoluzione culturale a partire dalle scuole, dalla società, dal rapporto con i nostri figli, lavorare a livello emozionale e su forme di prevenzione. Serve anche un incremento del numero di magistrati specializzati, perché c’è una carenza di personale, e molto spesso si rischia di avere procedimenti rallentati”.

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