Riforma giustizia, Bellomo (Lega): “Garantismo non è liberare i colpevoli, ma non mandare in carcere gli innocenti” 

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By Giovanna Sorrentino

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Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al primo pacchetto di riforma della giustizia. La seduta è durata poco più di un’ora. 

Ne abbiamo parlato con Davide Bellomo, deputato della Lega e membro della Commissione Giustizia alla Camera. “Una struttura della riforma si avvia finalmente a dare la giusta tutela garantista che il nostro Paese meritava. Siamo in uno Stato di diritto in cui il garantismo era di facciata”, commenta.

Riforma giustizia, Bellomo (Lega): "Garantismo non è liberare i colpevoli, ma non mandare in carcere gli innocenti" 
Riforma giustizia, Bellomo (Lega): “Garantismo non è liberare i colpevoli, ma non mandare in carcere gli innocenti” (Foto di Facebook) – ricercaitaliana.it

È stato abolito l’abuso di ufficio.
Vi è l’abolizione dell’abuso di ufficio che prevedeva tante storture. Su 5mila procedimenti, ci sono state solo 3 o 5 condanne, con una conseguente paralisi della pubblica amministrazione che ha causato la cosiddetta “paura della firma”. La giustizia, oltre ad essere giusta, deve anche essere utile. Se un precetto penale non lo è, è bene toglierlo. Al magistrato e al procuratore che ha l’obbligo di indagare, vengono tolti circa 6mila fascicoli all’anno”;

Tra i provvedimenti del ddl approvato dal Consiglio dei ministri, c’è anche il traffico di influenze.
Il traffico di influenze, così com’è ora, lascia troppo spazio al libero arbitrio del magistrato nel poter delineare una condotta lecita da quella illecita. Le maglie sono così larghe che non è chiaro quale condotta si andasse a punire. Ora queste condotte vengono delineate, come aveva chiesto anche l’Unione europea”;

Il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia ha espresso preoccupazione sull’abrogazione dell’abuso di ufficio, dichiarando che crea “un vuoto di tutela inspiegabile”.
I magistrati devono fare in modo di applicare le leggi, e non di sostituirsi al legislatore. Gli imputati devono poi rispettare le sentenze. Ognuno deve rispettare il proprio ruolo. Sembra invece che i magistrati vogliano rispetto ma non lo diano. Esaminando il reato dell’abuso di ufficio, tutti diremmo che è una condotta che merita il rilievo penale. Ma se andiamo nel concreto, su 5mila fascicoli ci sono 3 condanne, è evidente che la preoccupazione manifestata dall’Anm è sconfessata in necessità delle sentenze dei giudici che l’Anm rappresenta. La giustizia deve anche essere utile. Che preoccupazione ha l’Anm se dai loro dati emerge che un reato è una condotta non applicata nel concreto? Il punto è sgravare i magistrati da fascicoli inutili”;

Ci sono novità anche sulla custodia cautelare.
Non è prevista per tutti i reati. Prevede che gli indagati debbano essere sentiti prima dell’arresto, perché alcune volte possono fornire dei chiarimenti. È opportuno, com’è previsto già per le misure interdittive, instaurare un contraddittorio. Perché non prevederlo quindi, anche con la custodia cautelare che incide sulla libertà dell’individuo? A questo poi, ovviamente sono previste delle deroghe, come nel caso degli omicidi. L’altra novità è che deve essere firmata da tre magistrati e non più uno”;

La Federazione nazionale stampa italiana e l’Ordine dei giornalisti hanno espresso invece, perplessità sul tema delle intercettazioni. “Il rischio è di far calare il silenzio su quasi tutto, con l’eccezione delle intercettazioni “riprodotte dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento”, ritiene l’Odg.
Non capisco il perché di questi dubbi. Spesso le intercettazioni vengono pubblicate sui giornali prima che l’arresto venga notificato nelle cancellerie. Le ordinanze arrivano ai giornalisti prima che agli avvocati. Chi ha diritto di vedere gli atti sono le parti del processo. I giornalisti devono informare, non divulgare intercettazioni che possono anche inquinare le indagini”;

Il dubbio è sulle intercettazioni che riguardano eventi di rilevante interesse pubblico.
Il punto non è pubblicare la notizia e dire che a fondamento di un arresto ci sono le intercettazioni. Ma è non pubblicare le intercettazioni nella fase delle indagini. Quindi qual è il vulnus sul diritto di informazione, solo non pubblicare gli estratti? Quante volte vengono pubblicati gossip non rilevanti?”;

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio sul Ddl ha dichiarato: “Peccato che non lo veda Berlusconi”.
C’è un richiamo indiretto. Berlusconi ha patito su se stesso, suo malgrado, le deformazioni della giustizia in termini poco garantiste. È stato paladino, suo malgrado, di una riforma della giustizia tesa a dare un garantismo effettivo e reale. Questa però, non è una riforma indicata da Berlusconi. Nordio è stato un magistrato e in occasione di Mani Pulite ha emanato diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di politici. Si è reso conto di molti vulnus esistenti. Il garantismo non è liberare i colpevoli, ma cercare di non mandare in carcere gli innocenti”. 

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