Estate, la denuncia di Scotti (Fimmg): “Anziani abbandonati dai servizi sociali”

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By Giovanna Sorrentino

Salute

Il problema delle ondate di calore non è solo sanitario, è soprattutto un problema sociale”. E riguarda gli anziani.

A parlare in esclusiva con Notizie.com è Silvestro Scotti, medico di base, segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), che evidenzia l’assenza di un coordinamento tra i servizi sanitari e quelli sociali. “Non possiamo dire agli anziani di restare a casa per proteggersi dal caldo se poi nessuno li assiste”. 

“C’è bisogno di una rete di servizi sociali per poter dare un aiuto non solo sanitario, a pazienti che hanno bisogno di un sistema di socialità che li protegga”, spiega il medico a Notizie.com.

Estate, la denuncia di Scotti (Fimmg): "Anziani abbandonati dai servizi sociali"
Estate, la denuncia di Scotti (Fimmg): “Anziani abbandonati dai servizi sociali” (Ansa Foto) ricercaitaliana.it

Durante il periodo estivo, quando la farmacia più vicina è chiusa per ferie, gli anziani hanno il problema di come acquistare le medicine. Nel periodo pre-Covid, in questi mesi prima delle vacanze, ai medici di famiglia era permesso prescriverne due scatole per fare la scorta, in modo da risolvere il problema di cercare farmacie più lontane. Non possiamo dire agli anziani di non uscire con il caldo e poi costringerli ad uscire. Negli ultimi anni, la circolare che permetteva di fare questo è scomparsa. Invece è una pratica che andrebbe ripresa anche per gli anziani attivi che vanno in vacanza”. 

Un altro esempio: un anziano, anche sano, solo a casa, che abita al quinto piano senza ascensore, ha bisogno di supporto per scendere e salire per le sue attività quotidiane. Non mi pare che in Italia esistano servizi sociali che si interessano di classificare questa qualità di rischio”. 

La soluzione proposta da Scotti

Il punto, secondo Scotti, è trovare una sinergia tra assistenza sanitaria e servizi sociali: “Noi medici di famiglia all’inizio dell’anno formalizziamo un’attività che si chiama Assistenza domiciliare programmata destinata agli anziani trasportabili e quelli che non si recano allo studio. Richiedendo al Distretto, attiviamo l’assistenza a casa dei pazienti una o più volte al mese. Per fare questo, comunichiamo al Distretto il numero di accesso, le patologie o le fragilità. Mi chiedo da tempo, e nessuno mi ascolta, perché questi dati forniti non vengano usati per creare un piano di assistenza in connessione con i servizi sociali, affinché intervengano. I dati sulle ondate di calore sono fatte da anni sulla base dei ricoveri, mentre restano inutilizzati quelli che i medici forniscono ai Distretti. Va fatto un modello di programmazione che permetta di connettere i servizi sociali con quelli sanitari, distinguendone le necessità. In alcuni Paesi europei il sistema sociale porta il pasto agli anziani durante alcuni periodi, inclusa l’estate, e li assiste anche più volte al giorno per verificare le loro necessità. È chiaro che poi verifichiamo le differenze della mortalità evitabile sugli anziani, in cui l’Italia ha valori enormi. Ma siamo proprio sicuri che sia legato a un problema sanitario?”. 

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