L’economia italiana rallenta: i dati di Confindustria

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By Angelo Bianco

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L’ultimo trimestre parla di una crescita piatta dell’economia italiana, sorretta dai servizi, ma frenata dai tassi troppo alti. 

L’inflazione cala, ma le banche centrali alzano i tassi di interesse e il credito ripiega perché troppo caso. I servizi italiani sono trainati dal turismo, mentre l’industria è debole e le costruzioni sono in calo.

Gli investimenti sono frenati, i consumi incerti, l’export di beni è in riduzione. Sono i dati di Confindustria, relativi come detto, all’ultimo trimestre.

L'economia italiana rallenta: i dati di Confindustria
L’economia italiana rallenta: i dati di Confindustria (Pexels.com) – ricercaitaliana.it

Il Pil

La dinamica del PIL italiano nel 2° trimestre 2023 è stimata molto debole, quasi ferma, come sintesi della flessione di industria e costruzioni e del proseguire della crescita (moderata) nei servizi. Le attese sul 3° sono poco più positive. Il prezzo del gas ha esaurito la caduta e galleggia poco sopra i minimi, ma l’inflazione scesa solo in parte ha indotto la BCE a rialzare ancora i tassi, peggiorando le condizioni creditizie. Mentre il traino estero all’export di beni si è arrestato”, si legge in un comunicato di Confrindustria.

L’inflazione cala

L’inflazione continua a scendere, a giugno è al +6,4%, “grazie al prezzo del gas poco sopra i minimi (32€/mwh) che ha infine riportato i prezzi energetici al consumo su ritmi moderati (+2,1%). Una dinamica alta resta sui prezzi alimentari (+10,7% da un picco di 12,9%) ma in frenata, grazie alla stabilizzazione dei prezzi delle materie prime (flessione negli ultimi due mesi). I prezzi core rallentano (+4,7% da +4,9%), più per i beni che per i servizi, ma il processo è solo agli inizi”, si legge ancora nel report di Confindustria.

Tassi elevatissimi

A luglio la FED ha alzato il tasso negli USA a 5,50% non escludendo nuovi rialzi, ma i mercati considerano questo come l’ultimo. Anche la BCE ha deciso un altro rialzo a luglio, a 4,25%, lasciando la porta aperta per ulteriori mosse, giudicando l’inflazione ancora troppo alta”.

Credito caro

Le imprese italiane stanno subendo un continuo aumento del costo del credito (4,81% a maggio). Questo sta riducendo lo stock di credito bancario (-2,9% annuo a maggio). Le indagini Istat e Banca d’Italia mostrano un irrigidimento dei criteri di offerta (costi, ammontare, scadenze, garanzie), una domanda frenata dal costo eccessivo, una quota significativa di imprese che non ottiene credito (6,0%), soprattutto perché rinuncia per le condizioni onerose (56,3%)”, scrive Confindustria in una nota.

Il Turismo

La principale spinta nei servizi resta il turismo: la spesa degli stranieri in Italia a maggio registra un +13,2% sul 2022 e i passeggeri in aeroporto sono nel 2° trimestre sopra i livelli del 2019. A giugno, il PMI è sceso a 52,2 (da 54,0) indicando minor crescita e l’RTT index conferma la frenata; a luglio, la fiducia delle imprese di servizi ha recuperato i livelli di aprile”;

Industria debole

A maggio la produzione ha messo a segno un rimbalzo (+1,6%), ma da inizio anno si è comunque contratta molto (-1,9%; la manifattura -2,4%, con i mezzi di trasporto in controtendenza, +3,0%). Deboli le prospettive: a giugno il PMI manifatturiero ha continuato a ridursi, indicando forte calo (43,8 da 45,9) e RTT segnala flessione del fatturato; a luglio la fiducia delle imprese prosegue la caduta”, scrive ancora Confindustria.

Costruzioni in calo

Le costruzioni non stanno più trainando l’industria (30% di beni manifatturieri tra i consumi dell’edilizia). L’attività nel settore ha registrato il secondo calo consecutivo a maggio (-0,7%), con un -4,3% da inizio anno. RTT segnala a giugno un altro forte calo del fatturato. Segnali discordanti dai permessi di costruire nel 1° trimestre: cresce il comparto residenziale, cala il non residenziale”.

Freno degli investimenti

La produzione di beni strumentali è in calo nei primi 5 mesi del 2023 (-2,6%). I dati qualitativi suggeriscono che nel 2° trimestre le condizioni per investire si sono deteriorate (saldo a -20,4 da -18,1), mentre le attese delle imprese sulla spesa per investimenti nei prossimi 6 mesi sono migliorate ma restano basse (20,4 da 14,9; indagine Banca d’Italia): pesa il credito più caro e difficile”, scrive Confindustria nella nota.

Consumi incerti

L’ICC traccia una riduzione della spesa nel 2° trimestre (-0,6% annuo), sintesi del calo per i beni e della crescita dei servizi. E a luglio c’è stata una frenata della fiducia. Ma le temperature record potrebbero accrescere i consumi di elettricità (condizionatori). Un sostegno viene dal mercato del lavoro: ad aprile-maggio +0,4% il numero di occupati sul 1° trimestre (+184mila nei primi 5 mesi)”;

Export in calo

A maggio si è attenuata la riduzione dell’export italiano (-0,3% a prezzi correnti); pesa il forte calo della domanda dei paesi UE (-1,7%) mentre è buona la performance extra-UE (+1,2%). I beni strumentali registrano il calo più forte (-2,6%), dopo gli energetici. Prospettive negative per i prossimi mesi dagli ordini esteri delle imprese manifatturiere, che a luglio hanno toccato il minimo da gennaio 2021 (-20,6 il saldo). Recupera, solo in parte, il commercio mondiale a maggio (+0,3%).”

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