Corte dei Conti e Pnrr, Tenerini (FI): “Mi stupisce la posizione del Pd”

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By Giovanna Sorrentino

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Il governo ha posto la fiducia alla Camera sul dl pubblica amministrazione. Le opposizioni puntano il dito sugli emendamenti che limitano i controlli della Corte dei Conti sulle spese del Pnrr. 

Ai nostri microfoni, Chiara Tenerini, deputata di Forza Italia e componente della Commissione Lavoro alla Camera. “Intanto, non abbiamo fatto alcuno stravolgimento. Perché questo è un emendamento a una proroga, cioè a una misura che c’era già ed era stata istituita dallo scorso governo, rispetto a un’accelerazione che deve essere per forza data per spendere i soldi che arrivano dal Pnrr”, precisa.

Il decreto Pubblica amministrazione, aggiunge, “ha lo scopo di riuscire a minimizzare i tempi, razionalizzare le risorse, implementare le dotazioni anche degli enti locali di risorse umane e le sfide che il Pnrr ci impone. La stessa cosa riguarda la ratio con cui stato fatto l’intervento sulla Corte dei Conti”. 

Corte dei Conti e Pnrr, Tenerini (FI): "Mi stupisce la posizione del Pd"
Corte dei Conti e Pnrr, Tenerini (FI): “Mi stupisce la posizione del Pd” (Foto di Facebook) – ricercaitaliana.it

Qual è lo scopo di limitare i controlli della Corte dei Conti?
Non si tratta di impedire i controlli, ma di favorire velocemente lo svolgimento delle gare con un controllo a posteriori, per realizzare le opere che devono essere terminate entro il 2026. Questa è una sfida epocale per il Paese e devono essere messe in campo misure straordinarie che facilitino questo cammino”;

Le opposizioni hanno annunciato battaglie in Aula.
Lo dico onestamente: io comprendo la difficoltà che può esserci stata da un punto di vista formale, ma non di contenuto. Purtroppo viaggiamo accelerati rispetto ai tempi. I decreti arrivano e vengono esaminati in urgenza, ma questa è una caratteristica che ci accompagna da anni. L’emendamento forse ha colto di sorpresa: è arrivato mercoledì in Commissione. Le opposizioni poi fanno una rappresentazione non reale”;

In che senso?
L’emendamento è arrivato nel pomeriggio, non di notte, come raccontano fantasiosamente. C’è da discuterne e probabilmente i tempi stretti non sono piaciuti. Gli stessi presidenti della I e XI Commissione congiunte hanno compreso il disagio comprensibile delle opposizioni ed hanno consentito un’audizione informale dei capigruppo in Commissione, con il presidente della Corte dei Conti, proprio comprendendo il disagio di tempistica. Poi posso comprendere l’atteggiamento più giustizialista del Movimento 5 Stelle che parla di “bavaglio” alla Corte dei Conti, anche se è una rappresentazione non realistica e speculativa politica. Mi stupisce il Partito democratico”;

Perché?
Con tutti gli amministratori locali che esprime ed ha sempre espresso, credo comprenda chiaramente quale sia la ratio e l’indicazione di questo emendamento, e dove deve accelerare. Soprattutto in quelle difficoltà che ci sono nel tradurre e nel far firmare gli atti ai funzionari, che a volte hanno delle remore, nonostante ci siano semplificazioni e facilitazioni. La stessa cosa viene rappresentata dalla semplificazione del codice degli appalti: l’amministratore trova difficoltà nel far firmare al funzionario che deve attribuirsi la responsabilità in prima persona. È lì che bisogna lavorare. Per farlo, bisogna riuscire a rendere più libera e semplice possibile la posizione di quella firma, facendo lavorare in serenità gli uffici e predisponendo controlli a posteriori laddove sia necessario. Non si può partire col pregiudizio che per forza ci deve essere dolo o cattiva volontà”;

I magistrati della Corte dei Conti si sono schierati contro le nuove norme che limitano il controllo sul Pnrr.
Posso comprendere un po’ di resistenza iniziale, c’è la necessità da parte di vari enti di preservare alcune prerogative. Ma se lo Stato si dà una norma di principio e poi la applica coraggiosamente, anche la magistratura della Corte dei Conti deve farne tesoro e adeguarsi, uscendo dal pregiudizio e comprendendone l’importante finalità. C’è la volontà di fare il massimo sforzo da tutti i punti di vista e portare a termine tutti i progetti, in un Paese in cui purtroppo le norme, da troppo tempo hanno di fatto impedito che i processi siano funzionali. Bisogna alleggerire le procedure il più possibile. La strada è questa perché abbiamo necessità di finire i cantieri nel 2026. Alcune sono anche opere importanti e strategiche per l’Italia, dobbiamo farlo con coraggio e coscienza”. 

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