L’Aula della Camera ha confermato la fiducia all’esecutivo Meloni sul decreto pubblica amministrazione.
Il testo è passato con 203 voti a favore, 134 contrari e 3 astenuti. Le opposizioni hanno annunciato che faranno ostruzionismo sull’emendamento che limita i controlli della Corte dei Conti sulle spese del Pnrr.
Ne abbiamo parlato in esclusiva con Igor Iezzi, deputato della Lega. “I controlli della Corte dei Conti ci sono ancora e ci saranno sempre, sia quelli preventivi sia finali. È stato limitato solo il controllo concomitante, cioè in corso d’opera, perché rallentava tantissimo i lavori. Il punto è che non stiamo parlando di opere normali, stiamo parlando di quelle del Pnrr, che hanno delle scadenze e non si possono allungare troppo i tempi”;
La Corte dei Conti ha espresso contrarietà alla decisione.
“Come sappiamo, si corre il rischio di perdere, rispetto alle scadenze, miliardi di euro. Semplicemente è stato limitato uno dei controlli possibili che verrebbero sostituiti dagli altri molteplici che ci sono nel nostro Paese. Chi dovesse agire in modo illegale andrà ugualmente in galera. La Corte dei Conti stessa farà controlli finali per verificare se qualcuno ha sbagliato. Credo che sia una cosa giusta, perché gli amministratori devono lavorare”;
Le opposizioni hanno parlato di “doppio bavaglio”, alla magistratura e al Parlamento.
“Per quanto riguarda la magistratura, ho già detto che la Corte dei Conti continuerà a fare i controlli come previsto dalla Costituzione. Per quanto riguarda il Parlamento il problema è diverso. Su questo testo, durante la discussione in Commissione abbiamo dato una possibilità alle opposizioni che loro, quando governavano, non hanno mai dato a noi. Abbiamo cioè tenuto audizioni con il presidente della Corte dei Conti: una cosa totalmente irrituale che abbiamo fatto perché il tema è delicato. La questione della fiducia alla Camera invece, è un altro discorso”;
Si spieghi.
“Non è un problema di questa maggioranza: accadeva anche con Conte e Draghi. Ora il tema è amplificato dal fatto che il Pnrr impone delle scadenze e se non le rispettiamo perdiamo miliardi di euro. O si trova un altro modo di lavorare, o andremo avanti con i decreti e il problema è sempre esistito negli ultimi anni”;
Cosa riguarda nello specifico l’emendamento?
“L’emendamento della Corte dei Conti è diviso in due: il controllo concomitante e lo scudo erariale. E non si tratta di provvedimenti fatti da questo governo. Nel caso dello scudo erariale si tratta di una proroga di Draghi e di Conte. Non si capisce quindi, perché se lo fanno altri governi tutto bene. La Corte dei Conti finora non si era mai espressa, ora che lo facciamo noi si parla di un attentato alla libertà costituzionale. E ripeto, è un emendamento necessario, perché nel nostro Paese c’è una tale massa di controlli che qualsiasi amministratore ha “paura della firma”, perché non c’è opera che non porti a subire processi. E questi ultimi poi, il più delle volte finiscono con assoluzioni. Siccome sappiamo che nel nostro Paese già il processo in sé è una condanna per chi lo subisce, forse è il caso di porre una maggiore attenzione. I controlli alla fine dell’opera rimangono, il tema è evitare che a lavori in corso rallentino i lavori. Chi sbaglia andrà in galera, non cambia nulla da questo punto di vista”.