Incidente a Roma, il presidente Asaps: “Abituati a video del genere”

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By Paolo Colantoni

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Giordano Biserni, presidente dell’associazione sostenitori della Polstrada: “Sulla mia scrivania ci sono tonnellate di video di questo tipo. Servono regole e sanzioni dure”

Emergono nuovi e sempre più inquietanti particolari sull’incidente che ieri è costato la vita a Manuel Proietti,  un bambino di cinque anni a Roma, in zona Casal Palocco. Alla guida del Suv che si è schiantato sulla Smart, guidata dalla mamma del piccolo rimasto ucciso, c’erano i rappresentanti dei The Borderline, cinque youtuber romani che in rete impazzano a suon di sfide nonsense per avere click e guadagnare fama e denaro. Gli influencer erano soliti realizzare delle imprese che li portavano a guadagnare popolarità, attraverso dei video in rete. La spiegazione del loro canale, da 600mila iscritti è chiara: “Non siamo ricchi ma ci piace spendere per farvi divertire a voi! Tutto quello che facciamo si basa su di voi, più supporto ci date più contenuti costosi e divertenti porteremo, tra sfide, challenge e scherzi di ogni tipo cercheremo di strapparvi una risata in ogni momento”.

Lo scontro mortale tra la Lamborghini e la Smart – Ricercaitaliana.it – Ansa Foto

Ma stavolta c’è stato davvero poco da ridere. L’ultima impresa del gruppo si è trasformata in tragedia. “Abito qua da 45 anni ha dichiarato una testimone – la macchina proveniva da una strada da cui non c’è molta visibilità. Da quello che mi hanno raccontato alcuni vicini, i ragazzi sul suv hanno provato a superare una macchina, andavano a grande velocità e hanno investito l’auto della signora che stava aspettando fuori dall’asilo. E’ allucinante, ancora non riesco a crederci”. Nell’incidente anche la madre, 29 anni, e la figlia di tre anni sono rimaste ferite. Non sono in pericolo di vita. La piccola è stata trasferita dall’ospedale Sant’Eugenio al Bambino Gesù e in seguito dimessa.

Presidente Asaps in esclusiva: “Situazione allucinante”

“Voi non potete neanche immaginare quanti video arrivano ogni giorno alla nostra attenzione e che testimoniano situazioni simili a quella successa a Roma. Gente che si riprende mentre va a 250 all’ora in autostrada, quelli che tagliano le curve a gomito sfiorando le macchine, quelli che riprendono i cadaveri e misurano quanto tempo ci mette un ambulanza ad arrivare dopo un incidente, per non parlare delle persone che preferiscono riprendere chi è a terra esanime, piuttosto che aiutarlo”Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, l’associazione sostenitori della Polstrada, è sconcertato. In esclusiva a Ricercaitaliana.it, esprime tutto il suo rammarico per ciò che accade sulle strade italiane.

Presidente, siete quindi abituati ad episodi come questi?
“Più che abituati, purtroppo. Sulla mia scrivania ci sono tonnellate di episodi simili. Ma tutto nasce dal fatto che esistono delle grandi incongruenze”.

Quali?
“Il primo punto che non sta nè in cielo, nè in terra riguarda i giovani al volante: un ragazzo di 20 anni, se ha la patente da più di un anno, può guidare o noleggiare qualsiasi tipo di automobile. Anche quelle più veloci, pericolose e difficili da guidare. I limiti di potenza delle autovetture valgono solo per il primo anno da neo patentati. Il limite di 100 km orari in autostrada vale per tre anni, così come il limite alcolemico. Ma senza adeguati controlli diventa tutto inutile”.

Nel caso dell’incidente a Roma, i giovani avevano affittato una Lamborghini.
“Prendiamo questo caso qui: se non poniamo in essere un aggravante per omicidio stradale per chi usa un cellulare alla guida o un tablet e che faccia scattare la sospensione della patente alla prima violazione, non si andrà avanti. Manca una normativa seria. Ripeto, prendiamo il caso di Roma: anche se c’è scappato il morto si rischiano pene di poco conto”.

Come è possibile?
“Se non si accerta che il guidatore andava ad una certa velocità, se non era ubriaco e pare che non lo fosse, e se non ci sono prove certe di distrazioni alla guida per altri elementi, anche una persona che ha provocato una morte, va incontro ad una pena base prevista dalla 589 bis, che va da due a sette anni. Con il patteggiamento diventa una pena di un anno e mezzo. Arrivederci e grazie, e mi dispiace per il bambino. Questo è un sistema dove si consuma, senza pagare il conto”.

Si stanno moltiplicando poi, i casi di incidenti provocati da dirette social. Persone che si riprendono mentre sono protagonisti di disavventure pericolosissime.
“Ma certo, perchè dietro questi video si nascondo grandi fonti di guadagno. Quando posti un video del genere ed hai un canale con 600.000 followers, puoi arrivare a milioni di click. Con guadagni innumerevoli. Per molti questo aspetto è prioritario, anche al rischio di mettere  a repentaglio la propria vita e soprattutto quella della gente. Episodi del genere sono sempre più frequenti”.

Come associazione, cosa chiedete? Maggiori attenzioni, un inasprimento delle pene?
“Le pene non possono essere inasprite all’infinito. Vanno applicate seriamente le sanzioni previste. Invece le scappatoie sono troppe. Noi chiediamo che l’omicidio stradale per chi usa il cellulare alla guida porti ad un’aggravante immediata, al pari di chi guida sotto i fumi dell’alcool o dopo aver assunto droghe; poi la sospensione della patente immediata. Servono i controlli sulle strade. Se in una partita di calcio noi togliamo l’arbitro, i calciatori si falceranno in area di rigore o prenderanno la palla con le mani. Tanto nessuno li andrà a punire. Noi possiamo anche mettere sanzioni e pene, ma se non c’è chi le conteste, passerà solo una logica”.

Quale?
“Si sta creando la convinzione, per altro dichiarata anche da quegli sconsiderati alla guida del ‘tanto non ci fanno niente’. E’ questa, purtroppo, è la realtà”.

Ventuno bambini morti in strada nel 2023

I The Borderline, gli influencer alla guida della Lamborghini e i fiori deposti sul luogo dell’incidente – ricercaitaliana.it – Ansa Foto

L’Asaps ha poi ricordato i tristi numeri delle morti sulle strade italiane. Il piccolo Manuel Proietti, morto a Roma ieri è la 21esima piccola vittima della strada del 2023 (nel 2002 i bambini rimasti uccisi dopo incidenti stradali furono 39). La strada ha aggiunto Biserniè diventata una sorta di set dove si può fare e filmare di tutto. Ora siamo arrivati a dei video di resistenza alla guida di un suv (Lamborghini) dove cinque giovinastri viziati e annoiati organizzano una challenge che prevede 50 ore al volante senza interruzione con scambio dei posti in movimento. Il set della quotidiana violenza stradale consente il dilagare di questi assurdi comportamenti alla guida che spesso costano la vita a persone che si ritrovano ad essere attori involontari di queste tragedie dove altri guardano e ridono e alcuni muoiono. Questo accade perché il sistema non solo non sa ostacolare questa sorta di ‘Pulp fiction’ stradale, ma spesso ammicca e fa finta di non vedere. Quando muore un bambino sulla strada, il Re Erode è sempre un adulto che viola le regole della circolazione: velocità, distrazione da cellulare, alcol e ora anche una malsana e impunita libidine cinematografica”.

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