L’appello del Preside al Governo: “Aiutatemi gestisco 38 plessi”

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By Paolo Colantoni

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Un dirigente scolastico beffato dalla riduzione parametro dei 900 alunni imposti con il dimensionamento. I sindacati lo appoggiano nella protesta

Un uomo solo al comando. No, stavolta non si tratta di nessuna impresa sportiva, nè di un gara che vede il dominio di un corridore sugli altri. La storia, venuta alla ribalta negli ultimi giorni, arriva dalla Campania ed accende i riflettori su una questione che il Governo sta affrontando nelle ultime settimane. La possibile riduzione del parametro dei 900 alunni, imposti con il dimensionamento. Una possibilità che porterebbe il dirigente scolastico a peggiorare ulteriormente una situazione già delicata.

Un preside gestisce quasi quaranta scuole in Campania – Ricercaitaliana.it – Ansa

La storia del parametro

Il conferimento dell’autonomia scolastica alle scuole comportò la razionalizzazione della loro organizzazione amministrativa, finalizzata al raggiungimento di dimensioni idonee che giustificassero il conferimento del ruolo dirigenziale ai capi d’istituto e del ruolo direttivo ai responsabili amministrativi. Nel 1998 venne stabilito che per acquisire o mantenere la personalità giuridica gli istituti di istruzione furono costituiti, di norma, con una popolazione scolastica compresa tra 500 e 900 alunni. Una deroga fu concessa nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche contraddistinte da specificità etniche o linguistiche, ove il parametro fu ridotto fino a 300 alunni, mentre il superamento dei parametri normali fu consentito nelle aree ad alta densità demografica. La legge fu cambiata nel 2013. Le nuove regole stabilirono che: “gli istituti comprensivi per acquisire l’autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche; alle istituzioni scolastiche autonome costituite con un numero di alunni inferiore a 600 unità (ridotto fino a 400 per le istituzioni sopra citate) non possono essere assegnati né dirigenti scolastici né direttori dei servizi generali ed amministrativi; con il nuovo Pnrr “il coefficiente di calcolo applicato dal Ministero per il computo delle autonomie scolastiche è “non inferiore a 900 e non superiore a 1000”;

La storia del preside che gestisce 38 plessi

Alla luce di queste variazioni un preside della provincia di Avellino, si trova a gestire 38 plessi scolastici, sparsi in undici comuni. Alcuni di essi distanti anche 40 km l’uno dall’altro. Ad affrontare questa sorta di Mission Impossible è Franco Di Cecilia, ex sindaco di Sturno (un paesino di 3000 abitanti nella provincia campana) e dirigente scolastico. E’ lui a fare un vero e proprio appello al Governo: la riduzione del parametro dei 900 alunni  imposti con il dimensionamento previsto,  peggiorerebbe la situazione, mentre servirebbero deroghe per i territori montani. Il preside non si limita a lanciare appelli: ha già detto, intervistato da Il Mattino, che ritiene opportuno che venga avviata una vertenza da parte della Provincia di Avellino nei confronti della Regione e del Parlamento italiano chiedendo anche che “non prevalgano logiche politiche o di centralità geografica”.

L’incredibile vicenda di un dirigente scolastico in Campania – Ricercaitaliana.it

I sindacati dalla parte del multi-preside

Dalla sua parte si sono schierati i sindacati. L’Anief e l’Udir hanno appoggiato la sua protesta, dichiarando che questa situazione  “è la dimostrazione di come l’indirizzo che sta dando il governo sull’organizzazione scolastica generale sia tutto da rivedere”; secondo il presidente del giovane sindacato Marcello Pacifico,il dirigente irpino ha ragioni da vendere, perché se si attua la nuova norma sulla formazione delle scuole associata ai quasi mille alunni iscritti, previsti dal nuovo dimensionamento, possiamo dire con certezza che il numero di plessi e istituti fusi uno dentro l’altro non potrà che aumentare. Anche se sparirà la parola ‘reggenza’, il caso limite delle 38 sedi facenti capo al preside di Avellino non sarà più isolato ma andrà a moltiplicarsi, anziché estinguersi. Se poi l’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, ai sensi dell’articolo 116 della Costituzione, dovesse diventare legge si andrà incontro ad un sicuro patatrac”.

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